Sono state approvate le due proposte di Giunta riguardanti l’Approvazione del Documento Strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo (DSR 2021-2027) e quella sulla Strategia di specializzazione intelligente 2021-2027 della Regione Emilia-Romagna. I documenti sono stati presentati e discussi nella commissione Cultura, scuola, formazione lavoro, sport e legalità presieduta da Francesca Marchetti. Le linee principali del documento strategico sono state presentate dai due relatori, Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) per la maggioranza, e Valentina Castaldini (Forza Italia) per la minoranza.
Giulia Pigoni ha ricordato che nel 2020 sono stati individuati i sistemi produttivi con tre macro obiettivi: consolidare la capacità innovativa dei sistemi, agroalimentare, meccatronica, motoristica ed edilizia; industria del benessere; sostenibilità e innovazione. “L’Emilia-Romagna- ha affermato la consigliera- vuole costruire un quadro strategico-competitivo che porti a una crescita economica, occupazionale e anche culturale e di formazione”. E questo segue la linea della “regione della conoscenza e dei saperi: investire in ricerca, innovazione e cultura. Ma anche lavoro di qualità, lotta alle diseguaglianze, accelerando sulla transizione ecologica e digitale”. Per la relatrice di maggioranza è prioritaria “la visione condivisa del futuro, grazie al percorso partecipato con tutti gli stakeholder”. Il sistema di ricerca e innovazione è strutturato: “si finanziano imprese e se ne creano di nuove, si sostengono tecnopoli, laboratori pubblici e privati. E presto nasceranno due nuovi hub per l’industria culturale e per la pubblica amministrazione”.
Secondo Valentina Castaldini “il tema fondamentale è la formazione. Ma c’è un problema: se ne parla da un anno di questa idea della Giunta sulla formazione, ma non conosciamo la strategia, come usare fondi e quali siano le novità. Bisogna creare filiere tecniche con una formazione adeguata”. Vanno finanziati – prosegue la relatrice di minoranza – i soggetti “che offrono diversi servizi anche in base al territorio. C’è il tema della formazione al primo anno, è fondamentale non perdere tempo per formazione di eccellenza”.
Francesca Maletti (Partito Democratico) ha parlato di una Emilia-Romagna “che si è sempre distinta per aver usufruito delle risorse Ue rispetto ad altre regioni. Dopo 18 mesi di pandemia, che hanno cambiato lavoro e formazione, i ragazzi rischiano la dispersione scolastica e meno opportunità di lavoro. Ma, per fortuna, le imprese investono e innovano e chiedono personale specializzato. Serve un salto di qualità sulla formazione e investire su quelle figure chieste dalle imprese, ad esempio nel turismo o nella meccanica, rispettando le caratteristiche dei territori. Non siamo all’anno zero, siamo ai livelli più alti in Italia”.
Federico Amico (ER Coraggiosa) ha posto l’accento “sull’attenzione alla strategia delle attività culturali e creative. I percorsi vanno accompagnati con l’uso strumenti digitali. La cultura si è riadattata nei mesi scorsi, serve un passo in più per non dimenticare queste tecnologie e usarle in modo creativo. Dobbiamo arrivare pronti alle trasformazioni digitali in questo ambito. La regione è attrattiva per competenze e intelligenze e il documento destina risorse all’industria culturale e creativa”.
L’assessore Vincenzo Colla (Sviluppo economico, green economy, lavoro e formazione) ha sottolineato come la strategia regionale punti a un’integrazione tra pubblico e privato. Tre gli asset importanti per “consolidare un patrimonio che abbiamo e cogliere il cambiamento in atto nei vari settori”. Il primo è il governo della digitalizzazione (formazione, tecnopoli, big data, etc.) che significa innovazione e deve “diventare un ‘governo di popolo’ per essere attuato”. Il secondo è la transizione ecologica, la sostenibilità “cambiando il modo di fare manifattura”. Il terzo è l’economia della conoscenza: “Lanceremo un new deal dei saperi e della conoscenza, riscopriremo Roosevelt. Vanno tenute unite le università, il sistema di istruzione e quello della formazione, creando una nuova osmosi tra cultura umanistica e scientifica”. Sulla dispersione scolastica c’è una “grande notizia: la regione è al 9,3%, sotto la media Ue (10%) e nazionale (13%), perché qui, durante l’epidemia, sono stati investiti 50 milioni di euro su istruzione e formazione”. Tra le novità, l’assessore ha annunciato la proposta di un nuovo sistema di accreditamento per la formazione, puntando a qualità, internazionalizzazione, lingue, competenze dedicate e anche a laboratori e spazi. “Ma c’è anche una bozza di investimenti per 10 milioni dedicati alla formazione (siamo l’unica Regione). Inoltre, i fondi Fesr 2021-2027 per l’istruzione passano da 1,3 miliardi a 2 miliardi”.
Sulla specializzazione intelligente hanno parlato il consigliere Marco Fabbri (Pd) relatore di maggioranza, Massimiliano Pompignoli (Lega) e Valentina Castaldini (Forza Italia) relatori di minoranza. Le risorse europee ammontano a 5 miliardi, di cui 2,7 di finanziamento pubblico e 2,3 di cofinanziamenti dal privato.
Fabbri ha sottolineato che il Pnrr prevede 6,6 miliardi per la cultura che, insieme al turismo, è uno degli obiettivi principali. Gli interventi dovranno attrarre visitatori, dai piccoli borghi alle aree metropolitane “grazie alla modernizzazione delle strutture, di una strategia digitale per l’accesso al patrimonio culturale, musei e biblioteche (rimozione delle barriere fisiche e cognitive), cinema e teatri, parchi e giardini storici”. Sull’occupazione, Fabbri ha ricordato il divario, anche territoriale, che ha escluso molti giovani dalla formazione e dal lavoro, con tanti che rinunciano a cercare un’occupazione. Un aiuto, poi, va dato ai servizi per l’infanzia anche nelle aree periferiche”.
Pompignoli ha criticato la relazione di Colla “perché la ricostruzione dell’assessore è diversa dalla realtà e non c’è nel documento. Ad esempio, parlando di accreditamento della formazione, dal 2014 al 2018 risulta che la Regione ha investito 206 milioni per formare 9mila giovani. Ebbene, al termine hanno trovato un lavoro solo 753 persone. Nel documento non c’è nulla che riguardi la formazione e come ovviare ai problemi precedenti. Non c’è un’analisi su ciò che accadrà a ottobre con lo sblocco dei licenziamenti: la Giunta sa quante e quali contromisure adottare? Il sistema va ripensato”.
Castaldini ha insistito su innovazione e digitalizzazione, inclusione delle fragilità e lotta alla dispersione scolastica. “Più attenzione al terzo settore- ha scandito- per aiutare la famiglia a conciliare i tempi di vita e lavoro. Non ci si può fermare ai servizi da zero a sei anni, ma si deve considerare da zero alla maggiore età. La Dad ha creato studenti fantasma, dobbiamo andare a riprenderli”.
Amico ha sottolineato l’importanza “degli spazi culturali che devono rientrare nella destinazione dei fondi strutturali europei e comprendere anche realtà piccole. Ci deve essere la possibilità di accesso agli strumenti culturali, oggi segmentata su fasce di reddito, per la crescita culturale di tutti”.
Maletti ha replicato a Castaldini: “Lavoriamo per per servizi e attività oltre la fascia 0-6 anni, per far calare le rette degli asili nido e per trovare più posti. Certo, vanno riviste le strategie di conciliazione tempo-lavoro che possono contrastare la detanalità”.
In conclusione, il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi, ha ricordato che l’obiettivo primo “è la consonanza tra il documento strategico e la “regione della conoscenza e dei saperi”. Innalzare le competenze di tutti è l’obiettivo in più rispetto alla programmazione precedente. Rimuovere gli elementi che riproducono divari sociali è il tema numero 1”. Inclusione sociale e parità si raggiungono dando servizi, “potenziando ciò che ruota intorno alla scuola, contrastando la dispersione, sostenendo il diritto allo studio, implementando l’orientamento per ragazzi e famiglie, sviluppando il rapporto con le imprese, valorizzando la formazione tecnica e consolidando l’esperienza degli Its”. Infine, “va allargata la base di accesso a conoscenza, competenze e saperi. Vanno coltivati e trattenuti i talenti, evitando la fuga dei cervelli. La nostra strategia ha senso se i talenti comprendono che esiste una politica che rende preferibile restare qui”.
(Gianfranco Salvatori)