COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Cultura. Sì da Aula a Programma spettacolo: 11,8 milioni all’anno nel 2022-2024

Si punta sugli spettacoli dal vivo e sulla digitalizzazione che può aiutare la ripresa dopo la pandemia. Attenzione anche ai Comuni, senza incidere sull’autonomia, a cui saranno messe a disposizione le competenze di Ater. Si alla defiscalizzazione dei fondi dei privati e attenzione al precariato dei tanti lavoratori del comparto”

Il “Programma regionale per lo spettacolo” per il triennio 2022-2024, che prevede uno stanziamento di 11,8 milioni di euro all’anno, è stato discusso e approvato dall’Assemblea legislativa.

Il progetto segue quello del periodo 2014-2020 che aveva già avuto un aumento del 55,6% delle risorse stanziate dalla Regione per il settore degli spettacoli. Fra gli obiettivi del “Programma” quello di valorizzare l’identità regionale, differenziare l’offerta, valorizzare la digitalizzazione, innovare la produzione e riuscire a inserirsi nel sistema radio-televisivo.

Sul Programma sono stati presentati due ordini del giorno, uno a firma di Federico Amico (prima firma) e Igor Taruffi (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Francesca Marchetti e Marilena Pillati (Partito democratico), per monitore le evoluzioni del digitale, sostenere bandi per chi promuove la digitalizzazione degli spettacoli dal vivo e destinatari dei finanziamenti della legge 13/1999, impiegare parte delle risorse del Pnrr per lo sviluppo di strategie digitali.

L’altro a firma di Francesca Marchetti (prima firma), Marilena Pillati, Massimo Bulbi, Andrea Costa, Francesca Maletti, Matteo Daffadà, Nadia Rossi e Ottavia Soncini (Partito democratico), Federico Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Silvia Zamboni (Europa verde) per prevedere in assestamento di bilancio ulteriori risorse al settore spettacolo e aggiornare la commissione competente sui fabbisogni e sulle misure adottate a sostegno del settore.

Il consigliere Federico Amico (ER Coraggiosa) ha sottolineato: “Il settore dello spettacolo è stato messo a dura prova dall’emergenza sanitaria, influendo su un comparto che impiega numerosi lavoratori e lavoratrici, spesso con contratti precari. Le nostre comunità hanno subito la mancanza di incontri culturali, anche se parte delle iniziative sono state trasferite su canali digitali, e con questo programma intendiamo cogliere una serie di sfide che non possono essere rimandate. Occorre trovare nuove fonti che non siano solo quelle regionali per fare ripartire il comparto come, ad esempio, i fondi Fesr, orientati ad accompagnare la transizione digitale. Chiediamo quindi ulteriori bandi per consentire a chi si occupa di digitalizzazione dello spettacolo di accedere alle risorse”.

Per Francesca Marchetti (Partito democratico) “questa programmazione viene ridefinita dopo due anni particolarmente difficili. Fondamentale la disponibilità dell’assessore Felicori a proseguire il confronto con gli operatori di categoria anche attraverso un tavolo permanente di dialogo. In Emilia-Romagna si è cercato di scommettere sui temi dell’occupazione, di sviluppo del turismo e di crescita delle nostre comunità anche attraverso momenti di cultura e spettacolo. Gli investimenti non devono essere solo a carico della Regione e devono tenere presente anche la rivoluzione digitale, tratto caratterizzante di questo programma”.

Secondo Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) “la proposta è un momento importante per un settore che finalmente sta ripartendo dopo un biennio durissimo. I numeri danno un quadro drammatico: rappresentazioni calate del 60%, cioè quasi 10mila in meno. Gli spettatori nel 2020 sono diminuiti del 72% e la spesa al botteghino dell’83,5%. Dobbiamo ricostruire il gusto alla partecipazione. Ritengo buona la proposta della Giunta di stanziare 11,8 mil per ognuno dei tre anni, confermando così l’impegno precedente. E questo dà fiducia e speranza. La digitalizzazione è innovazione che può diventare un’opportunità strutturale. Ma serve concretezza di equilibrio in un sistema che porta con sé le difficoltà. Bene il crowdfunding e il ricorso ai privati, una sinergia da considerare. Sulle ulteriori risorse da stanziare concordo con il ricorso al Pnrr”.

Marilena Pillati (Pd) ha giudicato “ottimo il lavoro dell’assessore Felicori. E’ stato positivo il confronto che si è sviluppato durante la fase drammatica della pandemia. Abbiamo ripensato le modalità con cui raggiungere il pubblico, sostenere l’offerta culturale e i luoghi di fruizione. La crisi, però, rischia di pesare ancora sui soggetti più piccoli”. Pillati afferma che la “rivoluzione digitale è sfida e opportunità per lo spettacolo, che ha il cuore pulsante negli eventi dal vivo. La tecnologia, che va sostenuta, dà la possibilità di avere un altro modo di fruizione e far conoscere meglio l’offerta culturale. Il digitale ha bisogno, oltre che di competenze, anche di attrezzature che richiedono risorse importanti. I soldi, come proposto dai due ordini del giorno, servono perché lo spettacolo è vorace di fondi come aveva detto Felicori. In conclusione, una riflessione su Ater il cui sviluppo non mette in discussione l’autonomia dei Comuni, ma deve stimolare una sinergia”.

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha ribadito: “La comunità artistica regionale ha bisogno di un rilancio vero e gli oltre 11 milioni all’anno stanziati dalla Regione sono la prima ottima notizia. Ora occorre aumentare il bacino di diffusione dei festival e delle iniziative regionali e deve essere introdotta la ricerca di finanziamenti a largo spettro usando in modo costante strumenti come le piattaforme di crowdfunding. L’obiettivo dovrebbe essere anche una direzione artistica comune per i teatri della regione”.

Matteo Montevecchi (Lega) ha ricordato che “la Lega aveva presentato una specifica interrogazione per chiedere iniziative di defiscalizzazione per il settore dello spettacolo. Avevamo proposto una legge regionale che incentivasse, per mezzo di agevolazioni fiscali e con il sostegno di ‘mecenati’ privati, il comparto dello spettacolo. La proposta, presentata in Aula nel dicembre 2021, è stata respinta”.

L’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, ha esordito affermando che “possiamo essere fieri della discussione sul programma triennale. Fieri anche del rapporto con gli stakeholder. La questione politica di fondo è che abbiamo un sistema di spettacolo forte e ben finanziato, nei limiti della situazione. La prima novità è che l’epidemia ha reso evidente che il mondo sta vivendo la rivoluzione digitale, in ogni campo. Lo spettacolo dà dignità all’aumento della spesa pubblica per lo spettacolo. Il sistema dei beni culturali, se gestito in modo manageriale, ritengo sia in grado di farcela da solo e produrre ricchezza, perché non c’è un limite di utenti. Prima che un museo raggiunga la saturazione di spettatori passano moltissimi anni. Non così lo spettacolo, che ha bisogno di soldi. E il diritto di partecipare a uno spettacolo deve essere per tutti. La risposta sta nel digitale. Ci sono potenzialmente miliardi di persone che possono usufruire di spettacoli in streaming su migliaia di piattaforme”. Per l’assessore, “la seconda novità riguarda i finanziamenti. Oggi ci sono Art bonus, crowdfunding: la cultura si finanzierà nel rapporto diretto tra il contribuente e le realtà artistiche. Un processo che va favorito. A Montevecchi dico che sono coerente, userò le possibilità di defiscalizzazione culturale che esistono e le applicheremo. Poi rafforzeremo le aziende della Regione, come Ater, a disposizione dei Comuni che vogliono gestire il teatro, senza mettere in discussione l’autonomia dei Comuni. Infine, vanno considerati i lavoratori dello spettacolo: troppi contratti precari, troppo nero, troppi ricattabili”.

Silvia Zamboni (Europa verde), esprimendo voto favorevole, ha sottolineato che “la cifra messa a disposizione porta ossigeno a un settore che ha patito nella fase della pandemia. Ho colto con molto favore l’impegno a contrastare la fragilità contrattuale che contraddistingue lo spettacolo dal vivo. Bene anche l’aspetto di efficientamento energetico delle strutture da dedicare agli spettacoli”.

Marco Lisei (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come “rispetto ai dati di programmazione, e non si è scesi nel dettaglio, è evidente che un atto così generico rende difficile capire su quali attività la Regione investirà. Su teatri, Ater, Fondazioni non ci sono perplessità. Ma abbiamo dubbi quando le risorse vanno al mondo associativo. Incidono sui contenuti, sui messaggi lanciati dalle attività proposte. C’è un ambito di discrezionalità esteso da parte della Giunta. Questa è una delega in bianco. Noi vorremmo invece sapere qual è la ricaduta sui territori. I contributi “a pioggia” non è detto siano sempre utili”.

(Lucia Paci e Gianfranco Salvatori)

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