Via libera al fondo per la riapertura in Emilia-Romagna di cinema e teatri storici chiusi da almeno otto anni, con la deroga a quattro anni per le sale cinematografiche nelle aree svantaggiate. L’Assemblea legislativa approva, con voto unanime, un progetto di legge che va a integrare la disciplina in materia di spettacolo (legge regionale 13) e quella in materia di cinema e audiovisivo (legge regionale 20).
Nella regione i teatri storici non più in attività sono 33, su un totale di 117. Svariate anche le sale cinematografiche costrette, negli ultimi anni, a chiudere i battenti, in particolare nelle zone periferiche dell’Emilia-Romagna.
Per Emilia-Romagna Coraggiosa è un provvedimento che guarda ai territori, in particolare si rivolge al “sistema cultura” fortemente segnato nella fase delle chiusure dovute alla pandemia.
Fratelli d’Italia spiega che queste risorse andranno a coprire parte dei costi necessari alla riapertura di questi spazi, a partire dalle ristrutturazioni degli edifici e dagli adeguamenti tecnologici degli impianti.
Per Italia viva è fondamentale restituire ai cittadini questi spazi che hanno valenza socioculturale.
Secondo il Partito democratico è importante sostenere i territori, a partire da quelli periferici, con sale cinematografiche, non necessariamente storiche, anche per ampliare il servizio – su questo apsetto è stato presentato un ordine del giorno approvato dall’Assemblea).
“La nostra proposta -conclude l’assessorato alla Cultura- lascia l’ultima parola al governo ma offre uno spazio alle Regioni poiché lo spettacolo, nella riforma del titolo V della Costituzione, è considerato una materia di legislazione concorrente. Vogliamo inoltre riportare Arter alla sua natura originaria, ridando centralità ai Comuni e rendendo economicamente sostenibile la gestione dei teatri”.
(Lucia Paci e Cristian Casali)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)