L’Emilia-Romagna in prima fila con la sua legge sul caregiving (l’assistenza a un familiare non autosufficiente) e prima in Italia ad approvarla già nel 2014. E proprio l’esempio emiliano-romagnolo è stato portato oggi a Palazzo Madama dalla coordinatrice nazionale delle commissioni regionali di Parità Roberta Mori, durante le audizioni previste dalla commissione Lavoro del Senato sui disegni di legge per il sostegno ai caregiver familiari.
I caregiver familiari sono stimati, in tutta Europa, pari al doppio degli operatori professionali: la stima Istat in Italia è di circa 7 milioni di persone che, nel contesto familiare, si prendono cura gratuitamente e regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone disabili. Si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, di età compresa tra 45 e 55 anni che, per dare cura, spesso sono costrette a lasciare il lavoro. In Emilia-Romagna sono 120 mila persone a svolgere questo compito per almeno 20 ore settimanali.
Le linee attuative emanate dalla Regione tratteggiano la situazione del caregiver familiare: “Svolge anche 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza – spiega Mori -, per una media di 8-10 anni nel caso di persone anziane non autosufficienti, per tutta la vita nel caso di disabilità congenita grave”. Non solo: “La Regione Emilia-Romagna favorisce accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedano premi agevolati per le polizze stipulate dal caregiver familiare a copertura di infortuni e della responsabilità civile collegati all’attività prestata; promuove intese ed accordi con le associazioni datoriali, tesi ad una maggior flessibilità oraria che permetta di conciliare la vita lavorativa con le esigenze di cura; promuove un programma di aggiornamento, formazione e sensibilizzazione degli operatori sociali”.
Proprio perché “quello del caregiver familiare è un welfare invisibile” ma importante perché “si prende cura e assiste anziani e disabili gravi o gravissimi non autosufficienti”, Mori auspica che dal Parlamento arrivi presto un riconoscimento della loro figura.
(Margherita Giacchi)