“È fuori di dubbio che, contrariamente a quanto asserito da un’incompetente ciurma politico-istituzionale, la legge sulle unioni civili tra persone dello stesso non prevede alcuna forma di celebrazione”. Attraverso un’interrogazione alla Giunta, Tommaso Foti (Fdi-An) entra nel dibattito che riguarda la celebrazione delle unioni civili.
All’ufficiale di stato civile, specifica il consigliere, “sia egli il sindaco o un suo delegato, compete solo di ricevere una dichiarazione. Sicché, anche l’utilizzo della fascia tricolore non è minimamente richiesto”. L’istituto del matrimonio, prosegue, “è profondamente differente dalle unioni delle persone dello stesso sesso, tant’è che il legislatore ha diversamente disposto: le disposizioni di cui alla Legge 76/2016 non si applicano quelle riguardanti la celebrazione del matrimonio”.
Relativamente ai casi di Piacenza e Finale Emilia al centro della cronaca in questi giorni, Foti ritiene quindi che “gli uffici competenti si siano pronunciati correttamente e secondo legge”. Per queste motivazioni il consigliere, in polemica con l’assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti, chiede alla Giunta “sulla base di quale specifica competenza istituzionale e di altrettanto specifica disposizione di legge all’assessore regionale competa di qualificare quali ‘inaccettabili e umilianti le restrizioni attuate dal sindaco di Finale Emilia nel tentativo di nascondere le unioni civili’”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cristian Casali)