La previsione di percentuali minime di rappresentanza di ciascuno dei due sessi all’interno degli organi pubblici risponde all’esigenza di favorire le pari opportunità di “genere”, e garantire l’attuazione del principio fissato all’articolo 51 della Costituzione, in base al quale “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”.
A partire dal 2014, per i Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti questo principio trova una specifica applicazione grazie alla legge 56/2014 (nota come legge Delrio), la quale stabilisce che nelle Giunte comunali “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”.
La giurisprudenza amministrativa, chiamata a pronunciarsi sul tema, ha chiarito che la norma in questione funge da ineludibile parametro di legittimità per gli atti della Giunta comunale, che diversamente risultano invalidi. Il rispetto della quota di genere nella composizione della Giunta comunale rappresenta quindi un vincolo preciso per i sindaci che effettuano le nomine assessorili.
Per questa ragione, il Difensore civico dell’Emilia-Romagna, Gianluca Gardini, in stretta collaborazione con la presidente della commissione per la Parità e per i diritti delle persone, Roberta Mori, ha segnalato, con lettera a tutti i Comuni emiliano-romagnoli sopra i 3.000 abitanti, la necessità di conformarsi a quanto previsto dalla legge Delrio sulla composizione delle Giunte comunali.
“Ritengo che l’iniziativa di informare e sensibilizzare tutti i nostri sindaci e sindache sia importante- dichiara la presidente Mori- proprio per evitare loro conseguenze negative di cui possono non essere a conoscenza, del resto parliamo di una legge recente e di una ancor più recente giurisprudenza. Nel ringraziare il professor Gardini per il suo impegno, sottolineo che stiamo applicando questa norma di equità nella rappresentanza democratica anche oltre l’Emilia-Romagna, in virtù dell’intesa sottoscritta tra il coordinamento nazionale delle Commissioni per la Parità regionali e il coordinamento nazionale dei Difensori Civici.”
I sindaci possono sempre dimostrare la materiale impossibilità di reperire gli assessori, esponenti del genere sottorappresentato, necessari a comporre in modo equilibrato le giunte. A questo riguardo, tuttavia, il Difensore civico ha fatto presente che, per dimostrare l’effettiva impossibilità ad assicurare l’applicazione dell’art. 1, comma 137, della legge 56 del 7 aprile 2014, è raccomandabile avviare procedure che garantiscano un determinato grado di pubblicità, composte di tre fasi: pubblicazione di avviso pubblico per la ricerca di candidati alla carica assessorile appartenenti al genere sottorappresentato nella Giunta comunale; esame delle candidature; motivazione puntuale delle ragioni che ostano alla nomina dei candidati/e.
In seguito all’intervento del Difensore civico, un primo risultato positivo è già stato ottenuto nel Comune di Alto Reno Terme, il cui sindaco ha in questi giorni integrato la composizione della Giunta inserendo un assessore donna, a cui ha affidato le deleghe allo sviluppo economico e pari opportunità.
Il Difensore civico regionale, in collaborazione con la commissione per la Parità e per i diritti delle persone, continuerà quindi a monitorare le giunte comunali operanti nel territorio regionale, al fine di garantire il rispetto della legge e di un fondamentale principio di equità ed eguaglianza.
(Cristian Casali)


