COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Diritti. Ok in Assemblea a risoluzione ERC-Pd: serve svolta positiva in gestione carceri

Molte e mirate le richieste di modernizzare il sistema penitenziario

Gestione meno centralizzata delle carceri, chiarezza sugli interventi di edilizia penitenziaria per il nuovo padiglione a Ferrara, manutenzione del penitenziario di Forlì, sostegno a territorialità e percorsi di esecuzione penale esterna. Preoccupazione per i dati riguardanti il carcere di Parma.

Disco verde dell’Assemblea legislativa a una risoluzione a prima firma Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) e sottoscritta anche dai consiglieri Antonio Mumolo (Pd)Marcella Zappaterra (Pd)Igor Taruffi (ER Coraggiosa) incentrata sulla situazione nelle carceri emiliano-romagnole e sulla necessità di interventi migliorativi.

Nella sua relazione Amico ha svolto una puntuale analisi della situazione delle carceri regionali e dei progetti di sviluppo e miglioramento in programma, citando in tal senso anche le dichiarazioni rilasciate di recente dalla ministra Cartabia, e ha ricordato come per la Costituzione la reclusione sia solo uno dei modi per scontare la pena e come siano a tal fine previste anche misure alternative alla detenzione.

“Secondo i dati di quest’anno, su 3.250 detenuti in Emilia-Romagna, 2.475 sono residenti in regione e quindi scontano la pena vicino alla residenza familiare. Un dato importante per programmare l’esecuzione di pene alternative, perché “importare detenuti” rende impossibile il reinserimento, in assenza di legami e relazioni familiari sul territorio”, spiega Amico, per il quale a Ferrara ci sono 334 detenuti (197 italiani e 137 stranieri) e non è ancora fissata la data di inizio lavori del nuovo padiglione, mentre la fine dovrebbe essere nel 2026. Per altre strutture, continua il consigliere di ER Coraggiosa, esistono piani di adeguamento e manutenzione e un cantiere aperto a Forlì. Ai problemi di sovraffollamento (a fine giugno in regione c’erano 3.250 detenuti su 2.996 posti disponibili) si aggiunge la carenza di personale di polizia penitenziaria e dei servizi educativi. Un altro punto critico è l’alto numero di detenuti con patologie complesse “assegnati all’Istituto di Parma, che dispone di un Centro clinico con 30 posti e di 9 posti nella sezione per disabili, e nell’Articolazione per la tutela della salute mentale di Reggio Emilia con 44 ospiti rispetto ai 24 posti disponibili nella sezione ad esclusiva gestione sanitaria”.

Federico Amico illustra poi il cuore della risoluzione: “La Giunta si faccia portavoce in Conferenza Stato-Regioni della situazione delle carceri in Emilia-Romagna, si impegni per il superamento di modelli di gestione eccessivamente centralizzati, ritenendo necessario un maggiore coordinamento con le Regioni anche per le dotazioni penitenziarie, chieda al ministero della Giustizia una valutazione dell’impatto sulla città del nuovo padiglione di Ferrara e dettagli sulla realizzazione, e promuova la richiesta di sostegno avanzata dalle carceri emiliano-romagnole per la manutenzione straordinaria dei plessi nonché la conclusione di cantieri già in essere, come a Forlì”.

“Siamo a favore della costruzione di nuove carceri e dell’assunzione di nuovi agenti di polizia penitenziaria, dato che oggi gli agenti in servizio sono costretti a lavorare in condizioni molto difficili a causa della carenza di personale”, spiega Valentina Stragliati (Lega), che però boccia le proposte di Amico sulle condizioni di detenzione alternativa. “In Italia c’è uno dei tassi di recidiva più alti d’Europa. Dobbiamo- insiste la leghista- riflettere su questo e sulla tipologia di rieducazione che facciamo, perché qualcosa non funziona”.

“Il carcere non è la soluzione per ridurre le recidive”, replica Antonio Mumolo (Pd), che fa propri gli auspici del Garante regionale delle persone private della libertà personale in materia di superamento del problema del sovraffollamento carcerario a partire dalla riduzione del numero dei detenuti e l’aumento delle misure alternative al carcere.

Voto a favore della risoluzione anche da Silvia Zamboni (Europa Verde): “La pena ha senso solo se serve a recuperare le persone alla società, altrimenti si tratta solo di punizioni”, spiega la consigliera, per la quale “non si può continuare a parlare di carceri sovraffollate senza intervenire mai realmente”.

La risoluzione, su richiesta della consigliera della Lega Valentina Stragliati, è stata votata per parti separate, con il centrodestra che si espresso a favore dell’aumento delle strutture carcerarie e del numero degli agenti di polizia penitenziari. Il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, invece, hanno assicurato l’approvazione di tutta la risoluzione, anche nella parte a sostegno del potenziamento delle misure di recupero e di espiazione della pena alternativi alla detenzione in carcere.

(Gianfranco Salvatori e Luca Molinari)

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