“Una mappa della città, che rappresenta un dono della memoria da parte delle donne. Composta da tanti fili di ricamo, attraverso i quali ripercorrere la storia della Resistenza e il suo cammino verso la libertà”. Una storia che, utilizzando le parole della presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera, rivive attraverso la “Mappa tessile”, opera inaugurata nella sede del parlamento regionale. L’opera è stata donata alla presidente Saliera e sarà esposta in modo permanente nei locali di viale Aldo Moro.
La mappa- un’opera di Francesca Acerbi nata da ‘Segni di Resistenza’, progetto culturale di collaborazione tra Accademia delle Belle Arti e l’Anpi di Bologna a cura di Mili Romano e Gino Gianuizzi – fa rivivere l’attività di stampa, uno degli aspetti dell’impegno civile e politico delle donne di Bologna durante la Resistenza. I quadratini rossi presenti nella mappa raffigurano le “staffette partigiane”, ovvero i luoghi delle tipografie clandestine attive in città e i nomi delle donne più attive nella redazione di volantini e giornali di “controinformazione”, in antitesi alle notizie ufficiali diffuse dai nazifascisti.
Questi giornali riflettono la rilevanza che la componente femminile aveva assunto in quel contesto di guerra, testimoniando la grande spinta al cambiamento innescata dalla Resistenza. Sia sul piano della libertà che dell’emancipazione delle donne. Non a caso, “il loro impegno e sacrificio– ha continuato Saliera– fu riconosciuto dal 1946 con il diritto di voto e ad essere votate. Grazie al loro coraggio le donne salvarono tante vite. E lo stesso coraggio espresso allora dai partigiani dev’essere ribadito anche oggi, quando non vengono riconosciuti i diritti garantiti dalla Costituzione. Per tutto questo- ha concluso Saliera- nell’inaugurare quest’opera e ringraziando tutti coloro che l’hanno realizzata, esprimo una commozione vera”. Presenti alla cerimonia, oltre alla stessa Romano e all’artista Acerbi, anche la presidente di Anpi Bologna Anna Cocchi e il vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna Emilio Bonavita.
“In quel percorso di guerra furono le donne a tenere in piedi le famiglie– ha detto Cocchi– la loro è una generosità partita da lontano, che si è diffusa nella città. Oggi purtroppo dimenticare è molto facile, lo vediamo tutti i giorni. Ma noi, attraverso l’impegno quotidiano, non demordiamo. Questa mappa è una delle radici di un albero che potrà solo crescere”. Anche secondo la professoressa Romano l’opera “ha una grande importanza per quanto riguarda la memoria, in un periodo in cui l’oblio e la ‘smemorataggine’ la fanno da padroni. La Mappa tessile è una sintesi tra la riflessione sul passato e la ri-attualizzazione di certi temi. La Resistenza non è retorica e deve rivivere nei luoghi di vita, non chiusa nei musei. Per questo i lavori del progetto Segni di Resistenza, realizzati da giovani artisti, sono stati esposti lungo la città, ben visibili a tutti”. Per il giornalista Bonavita “il lavoro delle donne durante la Resistenza costituiva vere e proprie redazioni, fondamentali nella diffusione di notizie non unidirezionali. La libertà di stampa non è un diritto acquisito, va coltivato tutti i giorni. Oggi una frangia del governo- ha continuato- vuole chiudere l’Ordine dei giornalisti, che tuttavia rappresenta una garanzia. Non tanto per i cronisti, ma per i lettori. Il 73% dei giovani tra i 18 e i 25 anni infatti, secondo un recente sondaggio, si informa tramite giornali cartacei e online. Quindi, attraverso un’informazione chiara e coerente. I giornalisti, avendo l’obbligo di seguire regole deontologiche, devono scrivere cose corrette”.
(Stefano Chiarelli)