COMUNICATO
Ambiente e territorio

Edilizia. Rainieri (Ln): “Fondi statali per la messa in sicurezza degli edifici penalizzano comuni più virtuosi”/ foto

L’esponente del Carroccio ha presentato un’interrogazione per denunciare il meccanismo di attribuzione dei contributi che tenderebbe a privilegiare le amministrazioni che gestiscono peggio le proprie risorse

I contributi statali per gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio sono assegnati ai comuni secondo un meccanismo che premierebbe le amministrazioni in difficoltà economica e non quelle più virtuose. A denunciare il criterio di assegnazione dei fondi, sancito dalla Legge di bilancio 2018, è il consigliere regionale della Lega nord Fabio Rainieri, che chiede alla Giunta regionale di sollecitare il Governo e il Parlamento a intervenire per modificare il meccanismo di attribuzione “guardando ai meriti e non ai demeriti” nella gestione delle risorse da parte delle amministrazioni comunali.

La legge di Bilancio infatti prevede che, nel caso in cui le richieste pervenute superino le disponibilità, vengano premiati i comuni con il peggior rapporto in negativo tra avanzo di amministrazione ed entrate finali: secondo questo criterio nel 2018 potrebbero essere accolte solo 146 delle 5.000 domande inviate. Secondo l’esponente del Carroccio risulta evidente come vengano “escluse dai finanziamenti le amministrazioni comunali più virtuose, almeno dal punto di vista finanziario, per premiare invece quelle che hanno peggio amministrato le proprie risorse”.

Per questo il consigliere Ln chiede alla Giunta se condivida l’impostazione data dalla Legge di bilancio, la quale penalizza i comuni che “con oculatezza e sacrifici imposti ai propri cittadini hanno meglio gestito le proprie risorse pubbliche”. Invita inoltre la Giunta a sollecitare Governo e Parlamento affinché modifichino il criterio di attribuzione almeno per il 2019 e il 2020, distribuendo i fondi “guardando ai meriti e non ai demeriti nelle gestioni amministrative e alle reali esigenze”.

(Giulia Paltrinieri)

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