COMUNICATO
Governo locale e legalità

Emilia-Romagna/3. In Assemblea legislativa prosegue il dibattito sul Defr

Collegati al Defr sono stato presentanti degli ordini del giorno che spaziano da temi come la tutela del personale sanitario troppo spesso vittime di aggressioni all’impegno per Appennino e aree interne passano, tra l’altro, dalla promozione di attività alternative al carcere sul modello di quanto già fa la Comunità Papa Giovanni XXIII

Prosegue in Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna il dibattito sul Defr, il documento di programmazione economico di viale Aldo Moro che mette al centro la sanità pubblica, il welfare e la cura del territorio. Il voto arriverà al termine degli interventi dei consiglieri regionali. Collegati al Defr sono stato presentanti ordini del giorno che spaziano da temi come la tutela del personale sanitario, troppo spesso vittime di aggressioni, all’impegno per Appennino e aree interne passando, tra l’altro, dalla promozione di attività alternative al carcere, sul modello di quanto già fa la Comunità Papa Giovanni XXIII, alla richiesta di scelte per contrastare le diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro favorendo i diritti delle donne e la richiesta di realizzare una legge sugli affitti brevi.

Per Alberto Ferrero (FdI) “questo bilancio è da lacrime e sangue perché prevede un aumento di imposizione fiscale di milioni di euro. Prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini occorre fare una revisione della spesa e tagliare i costi inutili. Ciò non è avvenuto e non lo condividiamo. Dobbiamo coprire 200 milioni di buco in ambito sanitario. Poi si dice che si investirà molto nella sicurezza del territorio ma significa che ci sono interventi non fatti nei 20 anni precedenti. Questa amministrazione è figlia di quella precedente e le scelte fatte, a partire da questo Defr, sono inaccettabili”.

Maria Costi (Pd) ha evidenziato: “Il Defr è una promessa che facciamo ai nostri cittadini. L’obiettivo è rispondere in maniera efficace ai bisogni di tutta la popolazione con particolare attenzione alle fasce più fragili. In Emilia-Romagna ogni giovane deve essere sostento da una rete di servizi che non devono lasciare indietro nessuno. Vogliamo rafforzare i centri per l’infanzia e il sistema educativo, completando il percorso avviato in questi anni, e trasformare il sistema 0-6 anni in un sistema universalistico. Il nostro impegno è sostenere una politica sana per tutti i bambini, gli adolescenti e i giovani ampliando le opportunità di formazione così da essere più competitivi nel mondo del lavoro. Investire sulla cultura è una priorità”.

Per Nicola Marcello (FdI) Irpef, Irap, tassa automobilistica e ticket sanitari vanno a incidere pesantemente sui cittadini, piccole e medie imprese e attività artigianali che in questa regione hanno sempre rappresentato un’eccellenza. Con il meccanismo dei ticket sanitari si determineranno vere e proprie stangate. Di tutto questo viene additato il nostro governo ma non è vero che ha tagliato i fondi alle Regioni. Per questo ho proposto emendamenti che fanno riferimento ad aspetti sanitari che il nostro governo sta portando avanti”.

Paolo Trande (AVS) ha sottolineato come “le scelte fatte, anche attraverso un sano confronto, accresceranno un nuovo sviluppo sostenibile. L’Emilia-Romagna rischia di soffrire molto per la situazione internazionale, a partire dai danni che potrebbero comportare i dazi imposti da Trump. Rischiamo di perdere imprese e posti di lavoro. I salari in Italia sono fermi, inferiori di circa il 9% rispetto al 2008, e con questo quadro drammatico si continua a negare l’importanza del salario minimo legale. La politica fiscale del governo sta facendo arretrare il servizio pubblico a vantaggio dei privati, specie in sanità e nel sociale. Per il governo la sanità pubblica non è più una priorità. Siamo consapevoli di aver chiesto un sacrificio ai cittadini ma l’obiettivo è la coesione sociale.  Infine, non dobbiamo dimenticare la difesa dei diritti. I territori che garantiscono diritti civili e sociali hanno più opportunità di crescere rispetto agli altri”.

Per Valentina Ancarani (Pd) “un pilastro fondamentale della nostra proposta politica è il servizio sanitario. Con questo Defr possiamo delineare il futuro sanitario della nostra regione. Investire sulla sanità significa investire sulla qualità di vita delle persone e riconoscere il valore delle professionalità che operano nel nostro sistema sanitario. Il rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale è un’azione che va nella giusta direzione. Il benessere psicologico è parte integrante della salute pubblica. Non dobbiamo dimenticare la necessità di valorizzare il personale sanitario, garantendo condizioni di lavoro dignitose, e di investire su ricerca e sviluppo per internazionalizzare le nostre strutture. Investire nella digitalizzazione permetterà di migliorare le cure e diminuire i tempi di attesa. Il Defr offre un sistema più equo, innovativo e sostenibile”.

Per Ferdinando Pulitanò (FdI) “dall’esercizio provvisorio è derivata incertezza. Il Defr è un tassello della programmazione ma si limita a ricalcare durature rendite di posizione. Dovrebbe emergere una visione strategica ma l’impressione è che non ci sia alcun cambio di passo. Due esempi su tutti i Cau e il trasporto pubblico locale, sui quali non si comprendono i progetti futuri e la reale posizione politica. Avere una visione significa intercettare i nuovi bisogni. Sulla sanità un invito è quello di aprire al privato convenzionato per rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. Viene poi sottovalutato il fenomeno sempre crescente delle aggressioni al personale sanitario: serve un sistema di deterrenza e di sicurezza”.

Per Niccolò Bosi (Partito democratico) è “importante ragionare su investimenti strategici da Piacenza a Rimini. C’è la volontà di rinforzare il sistema infrastrutturale regionale, attraverso l’aggiornamento del piano regionale dei trasporti, e si punta al potenziamento dell’alta velocità, anche rispetto al collegamento con Ravenna e il suo porto, struttura fondamentale rispetto al tema dell’export. Sul fronte stradale, sono previsti interventi come, ad esempio, il passante di Bologna, la Cispadana, la quarta corsia sull’A1 da Modena a Piacenza e la Campogalliano-Sassuolo. E’ importante poi investire sul trasporto pubblico, così come sull’utilizzo della bicicletta”.

Tommaso Fiazza (Lega) ha ricordato: “Non possiamo ignorare le criticità che emergono da alcune scelte politiche, manca la valutazione e l’analisi degli impatti; le famiglie si trovano ad affrontare una fase difficile, ma la risposta è l’aumento della pressione fiscale quando invece bisognerebbe incentivare gli investimenti. Serve puntare sullo sviluppo, vanno rivisti gli obiettivi anche in sanità, dove si spende tanto ma i conti non tornano e vanno eliminati gli sprechi. Occorre poi rivedere l’organizzazione amministrativa dei territori, perché anche le politiche ambientali ed energetiche non funzionano. In Emilia-Romagna manca una vera strategia per il futuro”.

“Questo è il primo importante atto politico della giunta de Pascale: siamo preoccupati dal quadro internazionale che sta mettendo in allarme i consumatori, perché ci sono situazioni internazionali che potrebbero avere ripercussioni sul costo dell’energia con conseguenti effetti sull’economia. La vita dei cittadini è fatta di tante difficoltà quotidiane, pensiamo a come l’inflazione pesa sul carrello della spesa dei cittadini e come il caro bollette corrode il potere d’acquisto dei cittadini”, ha spiegato Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) per il quale “questo documento vuole tendere la mano ai cittadini e rendere sempre più competitivo il nostro territorio. La sfida è mettere a terra gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati e così consegneremo ai nostri figli un’Emilia-Romagna più florida”.

Vogliamo incidere sulle scelte strategiche di questa Regione, a favore dell’Uguaglianza dentro e fuori al mercato del lavoro e contro la violenza di genere”, ha sottolineato Simona Lembi (Pd) per la quale “se oggi l’Emilia-Romagna fa questa manovra è per difendere quella sanità pubblica che il governo Meloni sta aggredendo. La manovra di Bilancio punta anche a un welfare più forte e inclusivo e punta a potenziare la cura del territorio, sempre più vittima di eventi climatici estremi. Con questa manovra Bologna si conferma come centro economico e motore di sviluppo della Regione”. Lembi ha anche presentato un ordine del giorno che chiede un Piano per l’occupazione femminile, una misura di Gender Procurement negli appalti pubblici e un Piano per l’Uguaglianza regionale.

Annalisa Arletti (Fratelli d’Italia): “L’Italia si è rimessa in moto, cresce più di Francia e Germania, diminuisce il tasso di disoccupazione, al minimo storico; l’Emilia-Romagna ha indicatori che tengono ma ci sono comunque dati preoccupanti, come il tasso di mortalità delle imprese. Le piccole imprese faticano più del passato, l’export è in crisi, l’occupazione femminile non cresce, il settore con il maggiore calo occupazionale è quello dell’agricoltura e il tasso di fecondità è ai minimi storici, in Italia è all’1.3 qui all’1.22. Il modello sociosanitario regionale, infine, è in crisi, sulla sicurezza emergono gravi problemi”.

Per Francesco Sassone (Fratelli d’Italia) “la manovra parla chiaro, il governo nazionale è brutto e cattivo mentre la Regione Emilia-Romagna è virtuosa, ma poi in regione si aumentano le tasse, a essere colpiti sono sempre gli stessi, qui si tifa contro l’Italia, in realtà l’Italia cresce più degli altri paesi europei. Nel documento solo venti righe sono dedicate al tema della sicurezza; il piano regionale dei trasporti, poi, deve essere rivisto, il passante di Bologna va espunto e anche sul tema aeroportuale non si capisce cosa si vuole fare”.

“Questa è una manovra di Bilancio lacrime e sangue i cui effetti si vedranno sulle famiglie che pagheranno un prezzo molto elevato”, spiega Marta Evangelisti (FdI) che sottolinea come “il Defr proposto dalla giunta è frutto delle scelte di Stefano Bonaccini, la cui decisione di candidarsi alle elezioni europee ci ha costretti all’esercizio provvisorio. Se Bonaccini non si fosse dimesso per andare al Parlamento europeo sarebbe qui a dover spiegare agli emiliano romagnoli i problemi del Bilancio regionale. Oggi siamo qui e ci parlate di pagine nuove, ma di nuovo c’è ben poco. La maggioranza parla molto del governo Meloni, ma poco del nostro Bilancio. La giunta, forse per la prima volta nella storia della Regione, ha presentato questo Bilancio prima alla stampa che a quest’Aula e alle parti sociali. La giunta ha deciso di aumentare tutto e non di fare una revisione della spesa. A oggi non sappiamo nemmeno quanto costano i Cau”.

(Lucia Paci, Cristian Casali, Luca Molinari)

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