COMUNICATO
Assemblea

Emilia-Romagna. Ferragosto in carcere per il garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri

Il garante trascorrerà ferragosto nel carcere di Modena e in quello di Castelfranco Emilia per visitare gli istituti di pena e svolgere colloqui con i detenuti. L’iniziativa è accompagnata dall’allarme lanciato sempre da Roberto Cavalieri per l’elevato numero di giovani nelle carceri

Roberto Cavalieri

Il garante regionale dei detenuti della Regione Emilia-Romagna Roberto Cavalieri trascorrerà il giorno di ferragosto nel carcere di Modena e in quello di Castelfranco Emilia per visitare gli istituti detenzione e svolgere colloqui con i detenuti. L’iniziativa si accompagna all’allarme lanciato dallo stesso garante per l’aumento del numero dei detenuti giovani adulti, ovvero con meno di 25 anni, nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Una situazione preoccupante che ha spinto il garante regionale a scivere ai Comitati locali per l’area dell’esecuzione penale adulti e ai Procuratori dell’Emilia-Romagna.

“Assistiamo – rimarca Roberto Cavalieri – a un nuovo fenomeno che preoccupa: l’aumento dei detenuti giovani, spesso anche under 20 anni. Si tratta di persone imputate per reati contro il patrimonio o che hanno storie di dipendenza patologica e abuso farmaci. In Emilia-Romagna sono 246 i giovani adulti su 3.700 detenuti adulti presenti – in alcuni casi si registrano anche trasferimenti dall’Istituto minorile alle Case circondariali come quella di Bologna. In alcuni istituti di detenzione il numero è significativo: a Piacenza, Modena, Bologna, Parma e Rimini si registrano le percentuali più alte di presenza, che raggiungono livelli del 10% sulla popolazione detenuta”.

“Spesso – spiega il garante regionale – si tratta di persone che non hanno un domicilio dove attendere le decisioni del giudice appena commesso il reato oppure, nonostante le condanne brevi, non hanno progetti di inserimento tali da evitare il passaggio in carcere”.

“Per questo- conclude Roberto Cavalieri – mi sono rivolto agli assessori al Welfare e alle Procure affinché valutino possibili collaborazioni come la messa a disposizione di domicili e progetti, che, ove possibile, scongiurino la carcerazione”.

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