Nella prossima legge finanziaria nazionale, lo Stato deve stanziare più risorse per sostenere e difendere la sanità pubblica e universalistica, reperendo le risorse necessarie anche attraverso il contrasto all’elusione e all’evasione fiscale.
E’ l’obiettivo di fondo della proposta di legge della giunta, di cui è iniziato l’esame nell’Aula dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che chiede al Parlamento di portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale, garantire 4 miliardi di euro al fondo per i prossimi 5 anni e superare i vincoli di spesa per assumere, stabilizzare e garantire stipendi adeguati al personale sanitario. Nel corso dell’iter in commissione Sanità, la proposta di legge ha avuto il plauso delle parti sociali, in particolare Federconsumatori, Cgil, Aiop, Cna, Cosmed Emilia-Romagna, Nursind. Sostanziale apprezzamento anche da Confindustria, con l’associazione dell’impresa privata che ha chiesto chiarezza su dove reperire le risorse necessarie all’aumento del Fondo sanitario nazionale.
“Abbiamo dovuto presentare questo progetto di legge viste le evidenti difficoltà della sanità pubblica: mancano 4 miliardi al fondo sanitario nazionale come ha confermato anche il ministro della Salute. Il nostro non è un progetto di legge politico: a conferma ricordo che anche il Piemonte (dove c’è un giunta regionale di centrodestra, ndr) ha approvato una norma analoga a questa. Per tutelare la sanità pubblica è necessario superare le differenze di parte. Il contesto è profondamente cambiato con il Covid e ci ha insegnato a rendere resiliente il sistema sanitario. In Emilia-Romagna vogliamo curare tutte le persone a prescindere dalla residenza e dal reddito, un servizio con questi obiettivi ha bisogno di più risorse”, spiega la relatrice di maggioranza Marcella Zappaterra (Pd).
Dal canto suo il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega) sottolinea come “questo progetto di legge si sta sciogliendo come neve al sole, dato che il governo ha stanziato 3 miliardi di euro in più per la sanità per il 2024. Certo, chi non vorrebbe difendere la sanità pubblica? Ma il processo che ci ha portato fin qui oggi non tiene conto degli sforzi fatti a livello nazionale. Ai 3 miliardi, infatti, vanno aggiunte le risorse messe in campo per la stabilizzazione di medici e infermieri. Eppure, continuiamo a sentir parlare di tagli anche se le risorse per la sanità non sono state mai così consistenti come quest’anno, segnando un importante cambio di passo rispetto ai precedenti governi che negli anni hanno tagliato 37 miliardi per la sanità e 800 posti letto a livello regionale”.
(Lucia Paci e Luca Molinari)


