COMUNICATO
Ambiente e territorio

Energia. Gibertoni (M5s) sollecita il monitoraggio ambientale degli impianti di stoccaggio gas

La consigliera nell’interpellanza chiede di “informare i cittadini sulla sicurezza degli impianti”. Affidarsi a Università e Arpae anche per valutare “l’insostenibilità” degli impianti nella “food valley”

La sicurezza degli impianti di stoccaggio di gas naturale è al centro di un’interpellanza di Giulia Gibertoni (M5s). “L’Emilia-Romagna è una delle più importanti aree di stoccaggio del gas naturale,” scrive la consigliera, “e, con i tre siti di Cortemaggiore, Minerbio, Sabbioncello, tutti operati da Stogit, dispone di un terzo della capacità a livello nazionale, seconda solo alla Lombardia; a questi si aggiunge anche il sito di San Potito e Cotignola (Edison Stoccaggi)”. I siti di stoccaggio attivi dovrebbero “essere dotati di Piano di emergenza esterna, come previsto dalla normativa già in vigore nel 1999 e ribadito dalla nuova normativa del 2015”, fa presente Gibertoni, che chiede se sul nostro territorio vi siano questi Piani e, in caso contrario, quali siano le motivazioni.

Dal sito del Ministero dello sviluppo economico risulterebbero inoltre ubicati in Emilia-Romagna 135 pozzi di stoccaggio. Non bisogna dimenticare, fa presente la consigliera, che nelle fasi di attività degli impianti si registra “un rilascio in atmosfera di gas naturale”, “le emissioni di inquinanti sono riconducibili alle emissioni di monossido di carbonio e ossidi di azoto” e “vi è inoltre una possibilità di inquinamento dei terreni e delle acque sotterranee”. Per questo, Gibertoni chiede alla Giunta di informare i cittadini sulla sicurezza e avviare “un monitoraggio degli impianti per la salvaguardia dell’ambiente e della salute, in particolare della qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua nelle aree interessate”. 

Tra le richieste della consigliera anche quella di avviare un monitoraggio ambientale e socio-economico, in collaborazione con le Università del territorio (in particolare con i dipartimenti di Scienze Economico-estimative e degli Alimenti, della facoltà di Agraria) e con Arpae per dare un supporto nella pianificazione dello sviluppo sostenibile del territorio. L’obiettivo sarebbe anche quello di valutare “l’insostenibilità delle attività di stoccaggio e ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, in rapporto alle attività agricole e zootecniche che con le loro produzioni hanno permesso al territorio di essere considerato in tutto il mondo una delle regioni più ricche di prodotti enogastronomici, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Food Valley”. 

(Francesca Mezzadri)

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