COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Energia. La commissione Bilancio approva indirizzi Ue su efficienza e prestazioni in edilizia/ foto

Nelle osservazioni: attenzione a far rispettare sempre l’obbligo dei contacalorie e salvaguardare i controlli degli enti pubblici

Anche in Emilia-Romagna sbarcano le regole europee sull’efficienza energetica in edilizia. La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, ha approvato una risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo, che modifica la precedente del 2012 (favorevoli Pd, astenuti Lega nord, M5s, Fi, Fdi-An).

Come previsto nella sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa, la risoluzione contiene le osservazioni che concorreranno da parte dell’Emilia-Romagna alla formazione della posizione italiana sulla direttiva, giudicata di interesse regionale. Di qui la “condivisione” per l’impostazione generale della proposta di direttiva che– si legge nel testo- introduce una serie di interventi in linea con la strategia generale presentata dalla Commissione europea nel 2015 con una nuova impostazione, un “new deal” delle politiche energetiche e di efficientamento che pone al centro i cittadini-consumatori.

La proposta di direttiva in questione- si spiega nell’atto di indirizzo approvato dalla commissione- fa parte di un pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di garantire la transizione dell’Unione europea verso l’energia pulita intervenendo sull’efficienza energetica, sulle energie rinnovabili, sull’assetto del mercato dell’energia elettrica, sulla sicurezza dell’approvvigionamento elettrico e sulle norme sulla governance per l’Unione dell’energia. Tutte misure concepite “per dimostrare che la transizione all’energia pulita rappresenta uno dei settori fondamentali in crescita con potenziali importanti ricadute anche in ambiti quali la tutela ambientale, la salute dei cittadini, l’occupazione, la ricerca e l’innovazione. Tuttavia – si osserva nella risoluzione – la proposta di direttiva in esame non si prevede più la presenza di un termine temporale per assolvere all’obbligo di installare i contacalorie negli edifici condominiali con sistemi di riscaldamento centralizzato che scadeva il 31 dicembre 2016. Di qui la richiesta avanzata di inserire un richiamo a tale obbligo affinché sia “sempre” rispettato.

La commissione Bilancio ha poi approvato un’altra risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica quella attuale (2010/31/UE) sulla prestazione energetica nell’edilizia (favorevoli Pd; astenuti Lega nord, M5s, Fi, Fdi-An). Nel documento si avanzano osservazioni in particolare sull’adozione di sistemi tecnici di automazione e controllo degli impianti termici e si segnalano “forti perplessità” sul passaggio della proposta di direttiva dove si afferma che la diffusione di tali sistemi può ritenersi “efficacemente sostitutiva dell’attività di controllo ed ispezione condotta dall’autorità pubblica, fino a prevederne di fatto l’eliminazione”. Sul punto l’atto avanza la proposta di apportare al testo alcune modifiche “recuperando ed enfatizzando” il ruolo degli Stati membri nella definizione di appropriate disposizioni e misure atte a garantire che gli impianti termici vengano correttamente condotti e manutenuti. Questo – spiega il testo- “al fine di garantirne l’efficienza energetica, prevedendo anche la limitazione agli impianti di dimensione rilevante della previsione dell’obbligo di ricorrere ad ispezioni periodiche effettuate dall’autorità pubblica”.

Tra gli ulteriori richiami anche la necessità che la nuova norma europea metta nero su bianco che le misure adottate dagli Stati membri siano sì parametrate alla presenza ed all’efficace utilizzo dei sistemi di automazione e controllo intelligenti, ma a condizione però che non si preveda l’eliminazione tout-court della funzione di controllo pubblico. Per quanto poi riguarda le misure finanziarie che gli Stati membri destinano al miglioramento dell’efficienza energetica nella ristrutturazione degli edifici, si chiede che oltre al parametro del “risparmio energetico ottenuto” siano introdotti ulteriori elementi di valutazione quali le condizioni climatiche, economiche e sociali, che differiscono da Stato membro a Stato membro e da regione a regione, anche all’interno del territorio dei singoli stati.

“Sarebbe opportuno, – si legge nella risoluzione – verificare che il calcolo del risparmio ottenuto attraverso il confronto degli attestati di prestazione energetica, prima e dopo l’intervento di ristrutturazione, non si trasformi in un adempimento fine a se stesso, finalizzato solo ad ottenere finanziamenti, con il rischio di creare un costo aggiuntivo per chi intende procedere con una ristrutturazione, disincentivandolo”. Un ultimo richiamo è quello di vigilare, una volta approvata la norma, sulla coerenza di questa nuova disciplina con il quadro normativo nazionale vigente, ponendo particolare attenzione al coordinamento con la normativa sugli appalti pubblici e con la normativa sull’edilizia.

(Isabella Scandaletti)

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