Galeazzo Bignami (Fi), attraverso una interrogazione alla Giunta, interviene sul “caso relativo alle consulenze che l’ex direttore di Legautonomie Emilia-Romagna avrebbe affidato, dal 2011 al 2014, alla sua compagna”.
“Nel nostro ordinamento- specifica il consigliere- vige, in linea generale, il divieto da parte di chi ricopre ruoli dirigenziali e verticistici negli enti pubblici di affidare incarichi e consulenze al coniuge, a parenti o affini e tale principio informa anche la normativa sulla ineleggibilità e incompatibilità (si pensi all’articolo 61 del Tuel)”. Nello specifico, prosegue, “il divieto di affidare consulenze ‘al coniuge, parenti e affini fino al quarto grado’ doverosamente sussiste anche per i consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna, ai sensi dell’articolo 20, comma 12, della L.r. 11/2013”.
L’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), sottolinea l’esponente Fi, “che ha assorbito Legautonomie lo scorso anno, conterebbe, in Emilia-Romagna, tra i suoi iscritti 322 dei 340 Comuni”. Per Bignami è quindi “particolarmente debole la giustificazione legata alla natura privatistica dell’associazione (l’incarico è stato affidato senza bando pubblico)”.
Nell’atto ispettivo, il consigliere chiede alla Giunta di “censurare il comportamento dell’ex direttore di Legautonomie”, oltre, a “prevedere linee guida utili a estendere anche alle associazioni formate da enti pubblici (quali l’Anci), il divieto di affidamento di incarichi a coniuge, parenti o affini da parte di chi ricopra ruoli dirigenziali”. Infine, vuole sapere “se, alla luce di quanto accaduto, la Regione Emilia-Romagna ritenga opportuno che l’ex direttore di Legautonomie continui a ricoprire la carica di responsabile del dipartimento di Welfare dell’Anci regionale”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cr)