La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, nella seduta odierna presieduta dal vice presidente Andrea Bertani, ha espresso parere favorevole alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Hanno votato a favore i gruppi Pd e Misto-Mdp, mentre si sono astenuti i gruppi Ln, M5s e Fi. Al parere formulato dalla commissione assembleare sono stati presentati due emendamenti sottoscritti da Mirco Bagnari (Pd), approvati a maggioranza.
La Proposta di direttiva fa parte di un pacchetto di misure finalizzate a garantire la transizione dell’Unione europea verso l’energia pulita ed è finalizzata ad aggiornare la legislazione europea sulle energie rinnovabili per conseguire l’obiettivo minimo della quota del 27% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030. In sintesi, la proposta prevede una nuova governance delle politiche in materia di energia volta a un più stretto coordinamento fra le istituzioni europee e gli stati membri al fine di superare gli attuali ostacoli agli investimenti, stimolando la capacità di realizzare progetti transfrontalieri e di offrire agli investitori la certezza di un quadro normativo di riferimento definito e coerente. Fra le misure più significative si ricordano: la possibilità di trasferimento fra stati membri di quote energetiche derivanti da fonti rinnovabili; l’omogeneizzazione dei regimi di sostegno all’energia prodotta da rinnovabili; la semplificazione delle procedure di autorizzazione degli impianti energetici da rinnovabili; il rafforzamento del ruolo dei consumatori di energia attraverso il riconoscimento e dell’autoconsumo, anche in forma collettiva; l’introduzione di obblighi di copertura dei fabbisogni termici ed elettrici attraverso fonti rinnovabili; l’obbligo di immissione in consumo di quote crescenti di carburanti rinnovabili avanzati per i trasporti.
In sede di dibattito è intervenuto Mirco Bagnari (Pd) per l’illustrazione dei due emendamenti da lui sottoscritti: il primo, finalizzato a richiamare il rispetto della legalità, facendo però attenzione a non bloccare gli iter autorizzativi, nella realizzazione di progetti transfrontalieri fra stai membri di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; il secondo, teso a ridurre i tempi previsti dalla direttiva per l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (3 anni) e per il rinnovo della stessa relativamente a impianti già in funzione (1 anno).
(Luca Govoni)