COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Europa. Sì in commissione alle misure a favore delle start-up

Parere favorevole dal Pd, astenuti Ln, M5s e Fdi-An

La commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ha espresso parere favorevole, in sede consultiva, alle osservazioni formulate dalla Regione in merito alle politiche europee di sostegno alle start-up innovative contenute in una Comunicazione della Commissione europea. Ha votato ‘sì’ il gruppo Pd, astenuti i gruppi Ln, M5s e Fdi-An. L’atto passerà ora all’esame della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, che ha funzione referente, per l’approvazione finale.

La Comunicazione della Commissione europea – ha spiegato una funzionaria dell’Assemblea legislativa – è un atto strategico per supportare lo sviluppo delle start-up innovative. Nel documento sono elencate le iniziative che gli Stati membri devono promuovere. Le osservazioni in merito formulate dalla Regione sono riportate nel parere al vaglio della commissione assembleare.

Vale la pena ricordare – hanno aggiunto i tecnici della Regione – che nel 2016 l’Ente regionale ha finanziato 54 start up innovative, 150 negli ultimi 4 anni, scegliendo di intervenire in modo mirato a favore di quelle che, dopo un avvio positivo, avevano consolidato la propria attività.

Gabriele Delmonte (Ln), criticando la tempistica della trasmissione del parere, ha evidenziato come il quadro europeo delle start-up mostri in modo impietoso le difficoltà di crescita e di consolidamento che incontrano nei vari Paesi. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, Aster (la società regionale per l’innovazione, ndr) rileva puntualmente le criticità che ostacolano lo sviluppo delle start-up. “L’incentivazione alla nascita delle start-up c’è- ha sottolineato il consigliere- ma non va oltre, dato che nel prosieguo dell’attività l’accesso al credito diventa complicato se non impossibile”. Bene ha fatto la Regione “a scegliere di finanziare le start-up in attività più che a incentivare quelle che muovono i primi passi”.

Andrea Bertani (M5s) ha chiesto un monitoraggio sulle start-up, per verificare “se le politiche della Regione sono stati efficaci o hanno semplicemente rafforzato l’infrastruttura degli incubatori d’impresa”.

Tommaso Foti (Fdi-An) ha espresso seri dubbi sulle start-up, “la cui proliferazione nel nostro Paese, sostenuta dalla propaganda governativa, ha rappresentato per il comparto produttivo l’equivalente della diffusione dei voucher nel mercato del lavoro”. Le uniche start-up che funzionano – ha ricordato il consigliere – sono quelle nate in ambito universitario, configurandosi, pertanto, come una modalità per portare ulteriori finanziamenti all’attività degli atenei. “Se davvero- ha concluso- vogliamo finanziare le idee innovative, sul modello degli Stati Uniti, dobbiamo prevedere che il sistema bancario, come avviene per il sociale, destini una quota fissa di fondi all’imprenditoria innovativa e creativa”.

Per Mirco Bagnari (Pd) il principio che va difeso è che “le start-up sono un valore per l’economia”, anche se non bisogna innamorarsi del modello. Per garantirne il futuro, occorre capire “se è possibile incentivarne il collegamento con le imprese già consolidate, così come è necessario connettere efficacemente fra loro i vari incubatori d’impresa e questi con i comparti economici.

La presidente Serri, in chiusura di dibattito, ha preannunciato la convocazione di udienza conoscitiva sul tema delle start-up innovative alla presenza dei tecnici di Aster.

(Luca Govoni)

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