COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Femminicidi. Mori su caso Bologna: “Le sentenze si rispettano, ma non si torni al delitto d’onore”/ foto

In commissione Parità l’assessora Petitti presenta i due bandi regionali su lavoro e contrasto alla violenza. Tanti gli interventi di amministratrici e associazioni: “Sport ed educazione finanziaria armi fondamentali”

La recente sentenza della Corte di Assise d’Appello di Bologna, che ha quasi dimezzato la pena per l’autore di un femminicidio, adducendo tra le attenuanti generiche la ‘tempesta emotiva’ della quale sarebbe stato in preda l’uomo, è finita al centro dei temi trattati nella Conferenza delle elette, presieduta dalla presidente della commissione Pari opportunità dell’Assemblea legislativa, Roberta Mori e dall’assessora Emma Petitti. Violenza sulle donne, effetti del disegno di legge Pillon e una “forte preoccupazione nei confronti del periodo che stiamo vivendo, che rischia di farci arretrare dai diritti faticosamente conquistati negli anni” hanno fatto da contraltare ai tanti progetti per le pari opportunità varati dal mondo istituzionale e associazionistico, anche in collaborazione con l’Assemblea legislativa e la Regione.

“Le sentenze si rispettano- ha detto Mori- ma non deve esistere nessuna giustificazione o attenuante alle violenze di genere. Tanto meno la gelosia. Bisogna scongiurare il ritorno al delitto d’onore. Il tema, quindi, è giuridico fino a un certo punto. Anzi, va fatto un richiamo alla giurisprudenza”. La presidente della commissione Pari opportunità ha focalizzato l’attenzione anche sulla necessità di una proroga per la legge ‘Golfo-Mosca’ sulle quote rosa, “che ha portato ad un significativo incremento della rappresentanza femminile nei cda delle aziende pubbliche”. Tra le riflessioni di Mori, spazio anche per il ‘ddl Pillon’, “i cui effetti nefasti riguardano anche gli enti locali. Abbiamo chiesto un’audizione in commissione Giustizia per colmarne le lacune, ma in questo periodo osserviamo problemi di interlocuzione in tema di politiche per le donne. C’è un arretramento irritante e mortificante”.

L’assessora Emma Petitti ha descritto i due bandi per le Pari opportunità che verranno varati entro l’anno. “In primavera- ha spiegato- pubblicheremo il bando sul lavoro, dopo l’estate quello relativo al contrasto alla violenza”. La democrazia, ha continuato l’assessora, “si fonda sul principio delle pari opportunità nel mondo del lavoro, nel quale le donne hanno ancora un accesso più complicato rispetto agli uomini. Per non parlare del gap contributivo, ancora persistente. Vogliamo rimuovere al massimo il detto ‘o famiglia o lavoro'”. Come Regione, in termini di welfare e sistemi educativi, “abbiamo investito tanto, con oltre il 38% di copertura. Il bilancio del 2019 prevede lo stanziamento di 6 milioni. Lo scorso anno- ha concluso- è partita la sperimentazione per i dipendenti regionali dello smart working, che da giugno sarà a regime. E poi non va dimenticata l’importanza del bilancio di genere”.

Nella conferenza sono state illustrate le attività della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. “Il lavoro di questa Fondazione- ha spiegato la direttrice, Elena Buccoliero– nata nel 2004 e presieduta da Carlo Lucarelli, è intervenire economicamente in favore delle vittime di reati da cui derivi la morte o un danno gravissimo alla persone, e per aiutare le vittime stesse a superarne le conseguenze”. Dal momento che l’istanza di aiuto può essere presentata solo dal sindaco del territorio nel quale è avvenuto il reato, ha specificato Buccoliero, il ruolo delle Amministrazioni è fondamentale. “Per questo chiediamo maggiori aiuti ai Comuni non capoluogo: i soci della Fondazione infatti sono ancora pochi, nonostante le richieste siano diffuse capillarmente in tutta la Regione”. Queste richieste, prese in esame dal comitato dei Garanti, nell’arco di pochi mesi possono tradursi in aiuti economici. La direttrice ha esposto alcuni risultati raggiunti della Fondazione. “Nel 2018 sono stati erogati 207 mila euro, grazie ai quali 70 persone hanno ricevuto un aiuto. Dal 2004 sono stati quasi tre i milioni stanziati”. Tra le iniziative per diffondere le attività della Fondazione c’è anche un gioco di ruolo, chiamato ‘Noi, parti offese. Solidarietà in scena’. Il gioco consiste in tre storie di violenza inventate, ma assolutamente plausibili. “Il suo scopo è capire i bisogni della vittima, per meglio intervenire sulla richiesta di aiuto”.

Ma la violenza sulle donne può essere combattuta anche attraverso sport ed educazione finanziaria. Secondo Monica Franzoni, operatrice Uisp di Reggio Emilia, “l’attività fisica, compreso il calcio, aiuta le ragazze ad incrementare la propria autostima, ad abituarsi alle sfide. Contrariamente a quanto avviene per gli uomini, le donne abbandonano lo sport quando cominciano la loro vita attiva, per poi riprendere nell’età pensionabile”. Un grande esempio, continua “è costituito dalla Nazionale di calcio femminile, che a differenza degli uomini si è qualificata ai Mondiali. Le donne calciatrici distruggono gli stereotipi di genere”. Il comitato Uisp di Reggio Emilia, come ha spiegato Naila Blal, referente del progetto Us Girls!, ha proposto un progetto che promuove lo sport al femminile, coinvolgendo le donne a praticare attività non agonistiche gratuitamente.

E poi l’ambito economico. Per Vania Franceschelli, consulente ed educatrice finanziaria di Anasf, “la violenza economica spesso e volentieri precede quella fisica. Lavoro e autonomia finanziaria, infatti, rappresentano un antidoto fondamentale. Alle donne serve leadership. Il 21% delle donne (percentuale che al sud sale al 40%) in Italia non ha un conto corrente. Ma la finanza- ha continuato- non è un’attività maschile. Questi dati, anche se l’Emilia-Romagna è una regione virtuosa, sono preoccupanti”. In relazione al lavoro femminile come strumento necessario per l’emancipazione si è focalizzata anche Anna Piacentini, presidente Commissione dirigenti cooperatrici di Confcooperative Emilia Romagna. “Le donne vittime di violenza- ha spiegato- devono essere aiutate nell’inserimento lavorativo. Il modello cooperativo è snello e agevola iniziative in favore delle donne. Vedi ad esempio l’aiuto alle start up”.

Sui “diversi esempi mediatici che dimostrano la necessità delle nostre battaglie sui diritti delle donne, vedi gli insulti ad Emma Marrone da parte di un consigliere comunale, oppure le parole di Fulvio Collovati sulle donne nel calcio”, si è soffermata l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia, Natalia Maramotti. “Quando c’è legittimazione- ha detto- gli spiriti più repellenti escono allo scoperto. Dobbiamo stare in campana. I diritti delle donne salvaguardano la democrazia”. “Il consiglio comunale di Modena- le ha fatto eco l’assessora alle Pari opportunità del capoluogo modenese Irene Guadagnini– è stato il primo ad approvare un ordine del giorno che chiede il ritiro del ddl Pillon. Se fossero tanti i Comuni a chiederlo qualcosa si potrebbe muovere”.

Nella conferenza è intervenuta anche la sociologa Milena Casalini, consigliera comunale a Rubiera (Reggio), che ha parlato dell’influenza che “i social network stanno avendo sulla sessualità dei minorenni”, ma anche della necessità di “inserire un percorso di medicina di genere nelle università”. Stesso argomento sul quale si è espressa l’assessora alle Pari opportunità di Parma, Nicoletta Paci. Gianni Tuffanelli, assessore alle Pari opportunità del Comune di Fiscaglia, nel ferrarese, ha sottolineato l’importanza di “promuovere riunioni delle tematiche di genere anche a livello territoriale, e in particolare nel basso ferrarese”. Per Angela Romanin, presidente Coordinamento centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, “l’impegno della Giunta nel piano regionale contro la violenza di genere riveste un ruolo fondamentale”. Infine, tra i progetti varati in collaborazione con l’Assemblea, la professoressa del dipartimento di lingue dell’Alma Mater Gilberta Golinelli ha illustrato Edges, uno dei tre curriculum del dottorato in Lingue, letterature e culture moderne dell’Università di Bologna.

(Stefano Chiarelli)

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