Il deficit di Bologna fiere e i 123 esuberi annunciati dal presidente Boni sono al centro di tre question time, uno di Galeazzo Bignami (Fi), uno di Silvia Piccinini (M5s) e uno di Igor Taruffi (Sel), discussi in Assemblea legislativa.
Il capogruppo forzista, illustrando il proprio, atto, ha puntato il dito contro le responsabilità dei soci pubblici, colpevoli di non aver voluto ascoltare le tante voci che chiedevano un intervento sui vertici dell’Ente al fine di salvare la società da una gestione fallimentare. Oggi, ha affermato il consigliere, “la scelta dei soci pubblici di fare pressione sul presidente Boni per bloccare le mobilità e aprire un tavolo di confronto con i sindacati, fa sorridere, dato che proprio loro lo hanno scelto e ne hanno avallato il mandato”. La Regione, pertanto, ha concluso, “deve fare chiarezza, perché sono in gioco il lavoro e la vita delle persone”.
La consigliera 5stelle, soprassedendo all’illustrazione, ha auspicato “una risposta chiara sul piano industriale e occupazionale di Bologna fiere”.
Il capogruppo di Sel ha criticato il comportamento del presidente Boni, che, invitato in audizione in commissione assembleare, non ha fatto a cenno agli esuberi, comunicati pubblicamente il giorno dopo. Si è trattato, ha incalzato il consigliere, “di uno scarso riguardo istituzionale che esige chiarezza assoluta circa il piano industriale e le prospettive lavorative dei dipendenti dell’Ente, sui quali non si possono scaricare le esigenze di rilancio della fiera”.
Ai question time ha risposto l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, che ha ricordato come “per garantirsi un futuro Bologna fiere abbia assoluta necessità di ristrutturazione, dato che conti in ordine e piano industriale credibile sono ineludibili per competere a livello nazionale e internazionale, mantenendo le manifestazioni fieristiche esistenti, come Eima, e riprogettandone altre, come il Motor show edizione 2016”. La Regione, ha ricordato l’assessore, ha come obiettivo esplicito che Bologna, con Parma e Rimini, componga un sistema fieristico regionale, forte a livello europeo, quale strumento per lo sviluppo dei distretti produttivi regionali e relativi sistemi territoriali. In merito ai 123 esuberi annunciati, ha ribadito Costi, “la Regione farà il massimo per la salvaguardia dell’occupazione e, nello stesso tempo, per il rilancio del sistema fieristico di Bologna, tanto che abbiamo avviato un percorso tra azienda e sindacati per discutere il piano industriale e verificare tutte le soluzioni possibili soluzioni occupazionali”.
Dura la replica di Bignami, che ha parlato di “risposta sconcertante, dato che la Regione è complice del disastro gestionale di Bologna fiere, avendo sempre difeso l’ex presidente Campagnoli, e del silenzio che ammanta il piano industriale della società fieristica”.
Critica anche la replica di Piccinini, che ha rimarcato come negli ultimi anni la fiera di Bologna abbia perso eventi e soldi, “un disastro taciuto dai soci pubblici per garantire la rielezione del sindaco Merola”. Si è trattato, ha affermato la consigliera, di “opportunismo politico inaccettabile, di fronte al quale la Regione, che ha evidenti responsabilità, deve fare chiarezza sul piano industriale e occupazionale”.
Per Taruffi, infine, “il nuovo presidente non può tagliare posti di lavoro per risanare l’ente, ma lavorare su una prospettiva seria di rilancio. I lavoratori non possono essere considerati solo un costo e i veri manager si misurano sulla base dei piani di sviluppo aziendali e non dai licenziamenti”. Con Boni, ha concluso, “ci attendiamo una discussione vera, a partire dalla prossima audizione in commissione prevista entro la fine del mese”.
(Luca Govoni)