Paradisi fiscali: l’Aula approva la risoluzione per eliminare le scappatoie legali utilizzate dalle multinazionali. Ora la giunta dovrà portare gli impegni votati dall’Assemblea all’attenzione del governo. L’atto, a prima firma dal consigliere Gianni Bessi (Pd), infatti chiede di eliminare strumenti come il tax rulings abusati, legalmente, dalle multinazionali. Non solo: l’atto di indirizzo passato con i voti favorevoli del Partito democratico e le astensioni di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega nord, Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, impegna la giunta a chiedere al governo centrale di sanzionare i paradisi fiscali, combattere la corruzione e il riciclaggio, migliorare la trasparenza e la cooperazione transfrontaliera supportando l’obbligo della rendicontazione pubblica dei Paesi.
Con l’approvazione dell’emendamento firmato da Silvia Prodi, Gianni Bessi e Stefano Caliandro (Pd) è stato aggiunto un ultimo punto: ovvero la richiesta alla giunta di spingere il governo nazionale a supportare la rapida adozione della Common consolidated corporate tax base (Ccctb) cui la Commissione europea ha annunciato di voler dare nuovo impulso. Bocciati infine due emendamenti proposti dal Movimento 5 stelle (uno a firma Andrea Bertani, Raffaella Sensoli, l’altro di Andrea Bertani, Silvia Piccinini, Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi): richiedevano l’istituzione di una commissione di inchiesta a pieni poteri come prevista dai regolamenti del Parlamento europeo e di privilegiare nei propri acquisti le aziende che non si servono di meccanismi per eludere i versamenti fiscali.
La risoluzione Pd è stata firmata anche da: Campedelli, Zoffoli, Montalti, Serri, Bagnari, Paruolo, Rossi, Caliandro, Rontini .
(Andrea Perini)