COMUNICATO
Assemblea

Giorno della Memoria. Le iniziative dell’Assemblea legislativa: i “sommersi e i salvati” di Auschwitz e Birkenau raccontati da conCittadini e Memorial de la Shoah

Le iniziative dell’Assemblea legislativa per ricordare le vittime della Shoah: una mostra fotografica realizzata insieme al Museo Ebraico di Bologna e al Memoriale della Shoah di Parigi nonché il seminario online “La deportazione ad Auschwitz degli italiani non ebrei”

Una mostra e un webinair per “raccontare” la tragedia dei campi di concentramento. Doppio appuntamento, grazie alla collaborazione tra il progetto conCittadini dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, il Museo ebraico di Bologna e il Memoriale della Shoah di Parigi, per celebrare la Giorno della Memoria, l’appuntamento annuale previsto per il 27 gennaio per ricordare la tragedia e le vittime della Shoah.

Auschwitz-Birkenau 1940-1945. Campi di concentramento e centro di messa a morte”, è una mostra composta da 31 pannelli che ricordano le vittime “italiane” di Auschwitz e Birkenau, i due lager nazisti i cui soli nomi suscitano orrore.

E’ stata realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi, storico partner di conCittadini, e la versione italiana è realizzata proprio grazie al sostegno del programma di eduzione civica promosso dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna. Appena la situazione sanitaria lo renderà possibile, la mostra sarà esposta nei locali del Museo Ebraico di Bologna e, come nella tradizione di conCittadini, sarà messa a disposizione delle scuole.

La vita dei singoli e “il campo” nel suo insieme, la tragedia delle vittime e le parole dei (pochi) sopravvissuti rappresentano un pellegrinaggio nella memoria che serve a diffondere nelle nuove generazioni gli anticorpi verso l’abominio dell’antisemitismo.

Per l’Italia, Auschwitz è stato il principale luogo di deportazione e di assassinio degli ebrei catturati nella penisola e nel Dodecaneso italiano (principalmente a Rodi) dopo l’8 settembre 1943, sotto l’occupazione tedesca e la Repubblica sociale italiana. Furono complessivamente più di 7.800 gli ebrei finiti ad Auschwitz e poco più di 500 furono i sopravvissuti. Su 776 giovanissimi deportati, che all’arresto avevano un’età inferiore a 14 anni, solamente 25 tra bambini e bambine riuscirono a rimanere in vita.

La storia della deportazione italiana ad Auschwitz include anche circa un migliaio di non ebrei, a larga maggioranza donne, che finirono ad Auschwitz prevalentemente come deportati ricompresi nella categoria “politici”.

Si trattò, in particolare, di un gruppo di una quarantina di giovani operaie delle fabbriche lombarde che aderirono agli scioperi del marzo 1944 e vennero deportate dalla stazione di Bergamo nonché di diverse centinaia di donne rastrellate nelle province nord-orientali ricomprese nel Litorale adriatico, di cui diverse erano croate e slovene.

Molte di queste deportate che partirono da Gorizia e Trieste erano state catturate perché coinvolte direttamente nella Resistenza, oppure perché fiancheggiavano le bande partigiane fornendo vari tipi di aiuto e collaborazione.

Nella maggioranza dei casi però, erano donne che avevano un parente (marito, padre, fratello, cugino) nella Resistenza e che per questo furono arrestate e deportate come misura preventiva messa in atto dalle autorità naziste al fine di dissuadere la popolazione civile dal fornire sostegno ai combattenti.

All’insegna dello streaming sarà il webinar realizzato il 27 gennaio prossimo sempre da conCittadini e Museo Ebraico di Bologna. Dalle ore 15, sulla piattaforma Teams, si potrà seguire online il seminario “La deportazione a Auschwitz degli italiani non ebrei”. Interverranno Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Vincenza Maugeri, direttrice del Museo Ebraico di Bologna, e Laura Fontana, docente e responsabile per l’Italia del Memoriale della Shoah di Parigi.

 

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