COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Giovani. La ricerca: adolescenti sempre più soli, insicuri e ansiosi

Presentato alle commissioni il terzo report sugli adolescenti emiliano-romagnoli. Rapporto problematico e conflittuale con il mondo scolastico. Il 63% dei ragazzi italiani favorevole alla cittadinanza a chi ne è privo mentre i ragazzi stranieri sono meno propensi alla parità di genere

Un ragazzo che a scuola è ansioso, annoiato e insicuro e in famiglia trasforma i propri sentimenti in fiducia, rabbia e gioia mentre, quando si trova con i propri amici, le sensazioni dominanti diventano gioia, fiducia e attenzione verso i più fragili. E’ il ritratto che emerge dalla rilevazione periodica della Regione sugli adolescenti emiliano-romagnoli.

L’indagine è stata presentata oggi dall’Assessore al Welfare, Politiche giovanili, Montagna e aree interne Igor Taruffi durante la riunione congiunta delle Commissioni Cultura, politiche per la Salute e Parità presiedute rispettivamente da Francesca Marchetti, Ottavia Soncini e Federico Amico.

Con un campione di oltre 15mila giovani coinvolti, il report ha esplorato molteplici aree che consentono di comprendere pienamente il vissuto e gli stili di vita della realtà adolescenziale e di raccogliere informazioni utili a interpretarne i bisogni in aree diverse, ma si è concentrato particolarmente su aggressività, cura di sé e futuro emersi in maniera prepotente nelle precedenti rilevazioni.

Scarsi gli episodi di bullismo e prevaricazione osservati direttamente dal campione intervistato mentre i temi che influenzano la salute sono principalmente riferiti alla dimensione relazionale. Solo in seguito entrano in gioco i comportamenti legati al rapporto con il corpo come il fumo, l’alcol, la sedentarietà, l’abuso di farmaci e l’alimentazione.

Nonostante più della metà dei ragazzi trascorra oltre 4 ore al giorno davanti allo schermo, il 45% degli intervistati pratica sport per più di 4 ore alla settimana. Preoccupazione per il 26% di giovani che non pratica alcuna attività sportiva.

Molto interessanti, poi, i temi su cui i ragazzi vorrebbero che la scuola facesse prevenzione: al primo posto c’è la violenza di genere, indicata da quasi due terzi dei ragazzi, seguita dalla salute mentale, dall’educazione sessuale, dal consumo di sostanze e dall’educazione ambientale.

Importante la propensione a inquinare meno l’ambiente che diminuisce al crescere dell’età passando dal 73,7% del gruppo dei più giovani (11-13 anni) al 53,1% nella fascia dei più grandi (18-19 anni).

Per quanto riguarda i diritti civili, si legge che “solo il 63% dei ragazzi di origine italiana è favorevole a dare la cittadinanza a chi ne è privo, valore che tra i ragazzi di origine straniera si attesta al 73%. La polarizzazione tra italiani e ragazzi di origine straniera si inverte per quanto riguarda la parità di genere con i primi molto favorevoli (90%) e i secondi un po’ meno propensi (77%)”.

Per l’Assessore Taruffi la ricerca “che non vuole fornire risposte ma fotografare la situazione esistente” ha un valore peculiare nel rappresentare le ansie dei giovani, “quasi sempre legate alle incertezze sul lavoro. Questo approccio da parte dei ragazzi e la conseguente richiesta di stabilità lavorativa, contrasta enormemente con la narrazione fatta in questi ultimi anni sulla flessibilità quale protagonista della società attuale”.

Per l’Assessore alle politiche giovanili “insicurezza, stress e disagio sono campanelli d’allarme preoccupanti e dovrebbero muoverci ad interrogarci sul mondo e la società che stiamo lasciando in eredità a i nostri figli”.

Per Valentina Castaldini (Forza Italia) la ricerca va tralasciata nelle parole di commento per soffermarsi sulle risposte crude date dai ragazzi. “Di fronte alle fortissime richieste di aiuto pervenute -specifica la capogruppo- occorre fare un passo indietro e ragionare su una dimensione più generale. Il Covid ha fatto esplodere certe situazioni, ma non le ha create. Bisogna poi riflettere attentamente sul fatto che la dimensione familiare è percepita dai più come ancora di salvezza e noi legislatori dovremmo tenere conto di ciò”. Oltre a sottolineare la “feroce critica al sistema scolastico attuale”, Castaldini richiama le esperienze di soggetti del terzo settore “che più dello Stato possono intervenire per lenire il grido di aiuto che proviene dai ragazzi e la Regione, senza appropiarsene, può e deve supportare tali realtà.

Matteo Montevecchi (Lega) ha invece posto l’attenzione e le critiche sulle modalità di redazione del questionario sottoposto ai ragazzi. “In diversi passaggi -specifica il leghista- vi sono domande faziose e discutibili,. In diversi casi, come ad esempio la domanda sulla cittadinanza, ci si tende a sostituire a quanto già avviene a livello statale con apposite leggi e regolamenti. Analogamente, anche il quesito sui figli per le coppie omosessuali è assolutamente malposto e antepone alle risposte precise visioni poltiche”.

Per Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) la ricerca “testimonia un disagio generale per un mondo esterno che incute timore”. L’aspetto dell’ansia, poi, deve essere particolarmente sottolineato per la consigliera, soprattutto se riferito alla scuola che è vista come luogo non sereno. “Da qui bisogna partire per cambiare la realtà che vivono i nostri adolescenti per evitare povertà educativa e ritiro sociale”.

Intervento critico nei confronti della ricerca anche da parte della capogruppo di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti, secondo la quale “la ricerca ha molti buoni propositi, ma sostanzialmente si tace sul dettaglio dei fenomeni riscontrati e su ciò che è stato messo in campo per risolvere le criticità”. in maniera più dettagliata, Evangelisti lamenta una totale mancanza di numeri “per capire se la sanitarizzazione del disagio espresso trovi una corrispondenza nella realtà. Quando si parla di psicologi, non sappiamo nei fatti quanto è stato utilizzato il servizio e se è presente in tutte le scuole della Regione”. Per la capogruppo, poi, l’ansia è in un certo qual modo fisiologica al mondo della scuola ma “ben più preoccupante la noia che facilmente può tradursi in comportamenti devianti e violenti”. Anche per la capogruppo, infine, il tema dei diritti civili “è stato ampiamente politicizzato per portare i ragazzi ad esprimere pareri su fenomeni ampiamente in discussione nel Paese”.

Di diverso tenore l’intervento di Marilena Pillati (Pd) che definisce “un bene questa relazione, ma soprattutto che questa indagine sia arrivata alla terza edizione”. Per la dem il documento presentato “vuole lavorare sulle opinioni degli adolescenti in un momento in cui i ragazzi costruiscono la propria identità e non ci si può dimenticare del contesto che permea questo fondamentale passaggio, quindi temi come eutanasia, cittadinanza e coppie omosessuali hanno piena cittadinanza in questo report”. Pillati, infine, auspica una più approfondita indagine del malessere denunciato nei confronti della scuola perchè “tale manifestazione nasconde un più generale disagio verso il mondo adulto che esplode con evidenza nel rapporto peculiare con il mondo scolastico”.

(Luca Boccaletti)

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