COMUNICATO
Governo locale e legalità

Giustizia. Pd-Si: “Contributo di 50mila euro per mantenere uffici del giudice pace nei Comuni”

In Emilia-Romagna si contano oggi 15 uffici del giudice di pace, 5 dei quali nelle sedi dei Comuni che hanno chiesto il loro mantenimento. Bagnari (Pd) relatore: “Vogliamo offrire servizio più vicino ai cittadini e decongestionare i tribunali”.

Audizione in Commissione Bilancio, affari generali ed istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, sul progetto di legge per dare aiuto economico ai Comuni per le spese di funzionamento degli uffici del giudice di pace. Il pdl, d’iniziativa dei consiglieri del Partito democratico Mirco Bagnari, Barbara Lori, Paolo Calvano, Manuela Rontini, Luciana Serri, Paolo Zoffoli, Katia Tarasconi, Gian Luigi Molinari, Antonio Mumolo, Roberto Poli, Stefano Caliandro, Francesca Marchetti, Alessandro Cardinali, Luca Sabattini, Enrico Campedelli, Gianni Bessi e Igor Taruffi di Sinistra Italiana, risponde al decreto legislativo del 2012 sulla soppressione degli uffici del giudice di pace che prevede comunque la possibilità del loro mantenimento nelle sedi dei Comuni disponibili a sobbarcarsene le spese.

In Emilia-Romagna si contano oggi 15 uffici del giudice di pace, 5 dei quali nelle sedi dei Comuni che, facendo capo al decreto del 2012, con un’istanza nel 2016 hanno chiesto il loro mantenimento. Si tratta di Porretta Terme, Lugo, Faenza, Finale Emilia e Pavullo nel Frignano.

“L’Assemblea riconosce un’importanza strategica al giudice di pace, sia perché decongestiona i tribunali dalle cause civili e penali di modico valore sia perché offre un servizio più vicino ai cittadini”, spiega il relatore dem Bagnari in Commissione, “per questo abbiamo chiesto, in sede di approvazione della legge di bilancio del 2019, di accogliere un emendamento che destinava un contributo di 50mila euro a supporto dei Comuni per le spese di funzionamento dei suoi uffici”. L’obiettivo è ora quello di dare un quadro alla proposta in un progetto di legge definendo criteri e risorse per i prossimi anni. Bagnari riporta gli esempi della Regione Sardegna e della Regione Marche che hanno già avviato un’iniziativa legislativa analoga: la prima con un articolo nella legge di bilancio, la seconda con una legge simile “alla quale”, spiega il consigliere, “vorremmo attenerci”.

Soddisfazione dal pubblico per la proposta dei consiglieri.

Il presidente del Tribunale di Modena, Pasquale Liccardo, oltre a definire l’iniziativa “opportuna”, auspica un allargamento degli uffici e delle competenze del giudice di pace nei Comuni in modo che diventino “un luogo polifunzionale” a cui “aggregare anche altre domande di giustizia del territorio”.

Giovanni Battista Pasini, dell’Unione dei Comuni del Frignano, chiede se sia possibile estendere la definizione di Comuni anche alle Unioni dei Comuni e domanda un aumento della quota per il 2019 e una dilatazione finanziaria del 30% entro la fine del 2020. “Si tratta di un’ottima iniziativa che dovrebbe arrivare dal ministero della Giustizia” aggiunge.

Antonio Leonetti dell’Associazione consumatori regionale chiede se sia possibile seguire l’esempio della Regione Sardegna che ha destinato nella legge di stabilità del 2018 200mila euro per il biennio. “Da avvocato e amministratore non posso comunque fare altro che riconoscere che si tratta di un ottimo esempio di democrazia partecipativa che avrà una ricaduta sociale e commerciale molto positiva sul territorio”.

D’accordo anche Alessandro Lazzaroni, dell’Associazione Avvocati di Porretta Terme. Si tratta di “una scelta lungimirante” anche in vista di un futuro allargamento delle competenze e dei servizi degli uffici del giudice di pace. “Non dimentichiamoci”, aggiunge, “che interesserà non solo gli avvocati, ma anche i tecnici, i commercialisti e i liberi professionisti che lavorano in questi ambiti nonché e l’intero territorio”.

Il plauso arriva anche dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bologna. Il consigliere Saverio Luppino chiede di specificare nel testo del pdl le somme da destinare a ogni Comune “per evitare disparità”. Luppino avanza anche la richiesta che parte delle risorse venga destinata alla formazione del personale, fra questi “dipendenti comunali che potrebbero non avere ancora le competenze sufficienti”.

(Francesca Mezzadri)

 

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