COMUNICATO
Assemblea

Imprese Bologna. Gibertoni (Misto): fare chiarezza su Fico

La consigliere ha posto un lungo elenco di quesiti e di temi perché la Regione prenda posizione su quanto avvenuto e quanto sta avvenendo nel parco tematico del cibo realizzato nel bolognese

La Regione faccia chiarezza e prenda posizione su quanto è accaduto e sta accadendo a Fico, il parco tematico sul cibo, realizzato a Bologna.

A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che, partendo da suoi precedenti atti ispettivi in materia e rilanciando notizie apparse sulla stampa, rivolge una puntuale interrogazione alla Giunta per sapere “quali siano esattamente i lavori che si intendono realizzare prossimamente all’interno di Fico e a quali eventuali tipi di autorizzazione siano sottoposti; se non ritenga che quanto si sta mettendo in atto, all’interno del progetto Fico, dal giorno dell’apertura, il 15 novembre 2017, ad oggi, non abbia fatto che accentuare quella sensazione che hanno avuto tutti i visitatori e che veniva riferita dallo stesso precedente Amministratore delegato, lo scorso agosto 2020, nella sua relazione sull’anno precedente: ‘il parco non ha una vera e propria identità: è spesso percepito dai visitatori come un centro commerciale con vendita e somministrazione di prodotti alimentari'”.

Gibertoni, inoltre, vuole sapere “quanto sia costato, a Tper e quindi alla collettività, l’errore di abbondanza sui trasporti per raggiungere F.I.Co., citato nelle sue dichiarazioni dal nuovo Amministratore delegato di EatalyWorld s.r.l., oltre al grave danno, non solo di immagine, di aver fatto funzionare per anni una linea specifica e apposita del servizio di trasporto pubblico locale con un investimento complessivo previsto, sui nuovi mezzi, di circa 4 milioni di euro, reso possibile da un cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna per circa 3 milioni di euro, e per la restante parte in autofinanziamento da parte di Tper che ha visto una media di 6 passeggeri trasportati a corsa su mezzi nuovi di zecca che avrebbero potuto trasportare fino a 150 passeggeri a pieno carico”.

Gibertoni interroga l’amministrazione regionale anche per sapere “se il rappresentante della Regione Emilia-Romagna, all’interno del Consiglio di Amministrazione di Caab S.p.A., abbia dato l’assenso affinché il Fondo PAI (a cui CAAB partecipa mediante gli immobili conferiti) si pronunciasse a favore del nuovo “Piano di rilancio” del progetto Fico; se Eatalyworld s.r.l. stia corrispondendo regolarmente il canone di locazione annuale al fondo PAI e se questo ammonti a circa nove milioni di euro annui; se la Regione Emilia-Romagna, la Città Metropolitana di Bologna e il Comune di Bologna abbiano una strategia da mettere in atto nel caso di definitivo fallimento del progetto Fico e quali conseguenze e su quali soggetti, in particolare del tessuto produttivo locale, potrebbero ripercuotersi le eventuali perdite finanziarie; se ripeterebbe oggi le dichiarazioni entusiastiche manifestate all’inizio di questo progetto e riportate nel verbale del Consiglio di Amministrazione di CAAB, del 3 giugno 2013, in cui così veniva descritto, con grande enfasi, il nuovo progetto interessante il CAAB: “Una sorta di grande parco tematico, con la stessa attrattività mondiale che ha Disneyworld, ma riferito all’agro-alimentare italiano. Per questo si chiamerà EATALY WORLD, e Fabbrica Italiana Contadina (Fico), in quanto l’enogastronomia italiana sarà rappresentata musealmente dalla sua genesi in una logica sequenza: stalle, acquari, campi, orti, officine di produzione, laboratori, banchi serviti, grocery, ristoranti: si intende quindi proporre una formula nuova, che consenta di mostrare tutta la filiera di produzione. Eataly penserà alla stesura del progetto fino a curarne l’esecuzione, troverà i gestori e i conduttori di tutti i reparti, coordinerà le attività, la promozione e la didattica, assumendosi la responsabilità dell’intero funzionamento di Eataly World””.

Fra gli altri quesiti, Gibertoni pone questi due temi: “la Regione conferma che Prelios Sgr, che gestisce il Fondo PAI, sarebbe stata recentemente scalata, a sua volta, da un fondo di investimento speculativo estero? E’ stato costruito un sistema di controllo congiunto nella società a maggioranza pubblica CAAB S.p.A. e mediante quali patti sociali o, in mancanza, se e quando si intenda addivenire a ciò?”.

 

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