Risorse a fondo perduto per quelle attività produttive, come bar e ristoranti, che da ottobre hanno dovuto sospendere del tutto o in parte il proprio lavoro a causa della pandemia. Lo chiede la risoluzione di Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia respinta oggi in Aula, che sollecitava la Regione a risarcire con uno stanziamento ad hoc i costi sostenuti dalle attività che negli scorsi mesi,
per poter ripartire, hanno dovuto adeguare le proprie strutture così da garantire gli standard di sicurezza richiesti. Si parla degli esercizi di ristorazione, ma anche di cinema, piscine e palestre, che sono stati costretti a fare investimenti per macchinari per la sanificazione degli spazi, interventi per garantire il distanziamento sociale, strumenti di misurazione della temperatura corporea e segnaletica per la clientela.
“Questa risoluzione- spiega Tagliaferri- è stata ampiamente superata dagli eventi ma soprattutto dall’incalzare di atti di governo, prodotti uno dopo l’altro, raffazzonati senza una logica e senza base scientifica a legittimarli, con decisioni sempre più incomprensibili su attività che già avevano investito per mettersi in regola con le direttive sanitarie. Attività che già avevano sofferto per il lockdown della primavera scorsa e che, pur con le regole restrittive previste dal distanziamento fisico, cercavano faticosamente di riprendersi. Non ce ne facciamo nulla degli sgravi fiscali, Bonaccini e la Giunta devono fare i conti con il mondo reale e con chi non ce la fa più a sopravvivere”.
Parole a cui replica la consigliera del Partito democratico Palma Costi: “Risorse di questo tipo per ristorare le attività maggiormente colpite sono già state previste. Nello stesso tempo, le Regioni, in questo confronto continuo che svolgono con il governo, hanno ottenuto ulteriori 250 milioni (per l’Emilia-Romagna sono 21 milioni) per far fronte ai problemi, ora ulteriormente aggravati dal fatto di essere ancora in zona arancione. Credo che la risoluzione di Tagliaferri sia assolutamente superata”.
Per Marco Lisei (Fdi) “questa risoluzione non chiede la luna, visto che Stato e Regione non hanno fatto tutto il necessario per andare incontro alle difficoltà delle imprese”. Per il capogruppo la Regione deve ragionare su come consentire alle imprese, una volta che sarà cessata la crisi, di avere le risorse per poter ripartire. “Ma bisogna anche rifondere chi ha subìto i provvedimenti e che è stato costretto a chiudere.”
Michele Barcaiuolo(Fdi) concorda che queste categorie non debbano essere abbandonate: “La Regione deve mandare un segnale forte a chi sta pagando la crisi più di altri, perché sono proprio le piccole attività il tessuto connettivo della nostra società e il fulcro della ripresa. Ma servono risorse a fondo perduto”.
Per Michele Facci (Lega) è compito della Regione integrare con fondi propri le risorse che non arrivano dal governo nazionale. Inoltre il consigliere del Carroccio evidenzia alcune specifiche criticità: “Grave che in Emilia-Romagna non sia concesso alcun ristoro a chi ha la convenzione per effettuare il servizio mensa, misura che attenuerebbe i danni della crisi. Poi è assurdo che siano tagliate fuori dai ristori, se non con una cifra forfettaria, le neonate aziende che non hanno uno storico di fatturato da mostrare. Bisogna sostenere chi si mette in gioco.”