COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Imprese. Ok in Aula a risoluzione Pd: aggiornare la legge su sale commiato defunti

Presentata dalla consigliera Francesca Maletti. Si chiede anche di prevedere specifici finanziamenti

Via libera dall’Assemblea legislativa alla modifica e all’aggiornamento della legge regionale 19/2004 sulle sale di commiato ai defunti, una norma istituita per garantire il rispetto e la dignità dei diritti dei cittadini di fronte a un evento funebre. L’Aula ha riposto positivamente (su 36 votanti, 26 favorevoli) a una risoluzione della consigliera Francesca Maletti (Partito democratico), che, oltre all’aggiornamento della norma, chiede di prevedere finanziamenti ad hoc.

“In Emilia-Romagna- ha ricordato la consigliera Maletti- risultano 27 le case funerarie, alcune già realizzate e altre in fase di realizzazione. Il calo dei funerali con il rito cristiano impone l’esigenza di strutturare dei luoghi per le esequie che, al momento, non sono adeguati alle esigenze dei cittadini. Per questo occorre incentivare le strutture per il commiato, anche attraverso appositivi finanziamenti, basandosi su un’analisi del bisogno rispetto alle esigenze territoriali e dei cittadini. A tal fine sarebbe utile anche un confronto con i Comuni per capire come modificare la legge che prevedeva competenze in capo alle Province”.

Respinto l’emendamento presentato da Simone Pelloni (Lega Emilia-Romagna) che chiedeva di “velocizzare i tempi e di avere scadenze certe per i finanziamenti”. “Dal momento dell’adozione della legge 19 del 2004- ha sottolineato il consigliere- non sono stati previsti finanziamenti per queste strutture. Ritengo che occorra dimostrare concretezza, ponendoci come obiettivo la prossima legge di bilancio e programmare incentivi sia diretti sia indiretti come la detassazione”.

Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) ha espresso voto contrario: “Ritengo la risoluzione carente sul tema delle camere ardenti nelle strutture pubbliche: mancano investimenti per renderle dignitose e consone a un momento estremamente delicato. Cito, ad esempio, il caso di Carpi, dove la struttura esistente non risponde a questi requisiti. Il timore è proprio che questa risoluzione faccia diminuire gli investimenti per le sale pubbliche. Manca, inoltre, un approfondimento sul tema della concorrenza, sulla verifica dei luoghi e delle concessioni edilizie per queste strutture che necessitano di assoluta trasparenza”.

(Lucia Paci)

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