“L’aumento delle risorse destinate ad attrarre investimenti, la previsione di procedure specifiche e dedicate alle start up innovative, la facilitazione della partecipazione diretta al rischio di impresa e l’accesso a strumenti innovativi per la raccolta di capitale di rischio, potrebbero incidere in modo decisivo sulla valorizzazione delle start up innovative in termini di durata dell’impresa, capacità di ricaduta economica reale e creazione di nuove opportunità imprenditoriali”
E’ quanto sottolinea la risoluzione approvata dalla commissione Bilancio affari generali e istituzionali (favorevoli Pd, astenuti Lega nord, M5s, Fi, Fdi-An) in merito alla Comunicazione della Commissione europea dal titolo “Le nuove imprese leader dell’Europa: l’iniziativa Start-up e scale-up”. La risoluzione adottata nell’ambito della Sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa contiene gli indirizzi che andranno a concorrere a formare il parere del nostro Paese sulla comunicazione Eu, come previsto dalle norme che stabiliscono le modalità di partecipazione delle Regioni alla formazione del diritto europeo.
Per sostenere lo sviluppo delle start-up, nel documento d’indirizzo, come integrato da un emendamento proposto da Mirco Bagnari del Pd e approvato a maggioranza, si suggerisce di “promuovere negli Stati membri condizioni più omogenee per quanto riguarda i regimi amministrativi, gli strumenti di finanziamento, gli incentivi per le assunzioni, i regimi fiscali. “Si ritiene strategico, – ha poi sottolineato Bagnari – favorire l’integrazione e le partnership tra PMI (più o meno tradizionali) e startup, incentivando, ad esempio, le imprese che ‘adottano’ una startup”. In questo modo – ha spiegato – oltre a fornire un adeguato sostegno economico e di esperienza a questo tipo di realtà si favorirebbero approcci innovativi all’interno delle imprese consolidate. Nella risoluzione si chiede poi un’attenzione particolare “alla nascita e allo sviluppo di imprese nei settori dell’innovazione sociale e dell’economia sociale che, proprio per le loro caratteristiche, potrebbero rappresentare esempi concreti di ‘buone pratiche’ capaci di determinare un effetto moltiplicatore sui territori e in grado di generare e riprodurre qualità, espansione e valore sociale.
In generale, nell’atto approvato dalla commissione presieduta da Massimiliano Pompignoli, si evidenzia che per poter dare un “forte slancio” allo sviluppo di questa particolare tipologia di impresa sarebbe opportuno “integrare” la strategia nazionale (che ha già prevede la definizione delle “Start up innovative”) con le principali indicazioni e linee di intervento che emergono dalla Comunicazione, man mano che saranno attuate. “Tenendo conto dell’elevato rischio d’impresa che assume chi decide di investire in attività ad alto livello d’innovazione e del fatto che il fenomeno delle crisi aziendali delle start up innovative resta molto frequente, sarebbe auspicabile, -si legge nel documento- garantire l’efficienza delle procedure di ristrutturazione, insolvenza e ripianamento”, con la possibilità di “offrire una seconda opportunità agli imprenditori onesti eccessivamente indebitati, attraverso il ripianamento dei loro debiti e la sottrazione delle start up innovative alle ordinarie procedure concorsuali, prevedendo invece la mera “segregazione” del patrimonio destinato alla soddisfazione dei creditori ed evitando la perdita di capacità dell’imprenditore. Nella stessa ottica, nel documento si sottolinea positivamente anche la previsione di servizi integrati a sostegno dell’internazionalizzazione e si condivide l’attenzione riservata nel documento europeo al tema dei diritti di proprietà intellettuale, in particolare nei casi in cui non è possibile ricorrere alla brevettazione: un problema particolarmente diffuso per le start-up innovative che intervengono nel settore del digitale e del sociale.
Di qui l’auspicio per “una rapida attuazione delle azioni previste nella Comunicazione con il conseguente adeguamento del quadro normativo a livello europeo e nazionale.
(Isabella Scandaletti)