COMUNICATO
Infrastrutture e trasporti

Infrastrutture Bologna. Facci (Lega): “A Sasso Marconi stazione senza montapersone”

“La Regione intervenga per consentire l’uso del sottopassaggio alle persone a ridotta mobilità e dica quali altri stazioni non riescono a garantire l’assistenza ai viaggiatori con disabilità”

Ripristinare “nella stazione ferroviaria di Sasso Marconi (Bologna) il montapersone per permettere l’utilizzo del sottopassaggio alle persone affette da disabilità motoria”.

Con un’interrogazione il consigliere Michele Facci (Lega) chiede il ripristino oppure di introdurre “una misura egualmente efficiente, diretta alla non discriminazione fra utenti del servizio di trasporto pubblico”. Inoltre, il consigliere vuole sapere “quali altre stazioni ferroviarie dell’area metropolitana di Bologna siano – alla pari di quella di Sasso Marconi – nella condizioni di non potere garantire l’assistenza ai viaggiatori con disabilità e siano interessate dalla presenza di barriere architettoniche”.

Facci ricorda come nella stazione di Sasso Marconi – comune con 15mila abitanti – non solo non sia presente “il servizio di assistenza alle persone a Ridotta mobilità, come emerge dal sito della Società RFI, ma di recente sia stato pure rimosso il montapersone che permetteva la discesa delle scale del sottopassaggio per l’accesso ai due binari”. Una situazione, continua il consigliere del Carroccio che è un ostacolo “alla libera fruibilità del mezzo di trasporto ferroviario a persone con disabilità o comunque con ridotta capacità motoria, in spregio alle dichiarate politiche di attenzione e di supporto alla condizione di disabilità”. Un supporto, conclude il leghista, dichiarato dalla Regione nelle linee di mandato, previsto nella legge 104 del 1992 e affermato da Rfi, che si proclama “impegnata ogni giorno a offrire gratuitamente servizi di assistenza in stazione ai viaggiatori con disabilità e a ridotta mobilità nonché a rimuovere le barriere fisiche e sensoriali che limitano la fruibilità in autonomia dei servizi ferroviari”.

(Gianfranco Salvatori)

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