“Per quale ragione la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto di non rispondere alle preoccupazioni e alle richieste di chiarimenti contenute nelle due lettere della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo? H in animo di farlo?”.
È la consigliera Silvia Zamboni (Europa verde) a chiedere, con un’interrogazione, informazioni all’esecutivo regionale in merito alle mancate risposte all’organo comunitario sul tema passante di Bologna.
Nell’atto ispettivo si spiega, infatti, che a fine 2017 la presidente della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo (Peti), Cecilia Wikstrom, ha trasmesso all’allora assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, una lettera sul passante di Bologna. Nel documento l’organo comunitario evidenziava “perplessità e preoccupazione in relazione al progetto”, spiegando che la realizzazione dell’opera “rappresenterebbe- rimarca Zamboni- una grave minaccia per la tutela dell’ambiente e il benessere degli abitanti della zona”. Nella lettera della presidente Wikstrom, si spiega poi nell’interrogazione, si esprimeva “disappunto in relazione alle procedure di valutazione di impatto ambientale e agli effetti dell’opera su inquinamento e salute” e si ribadiva la necessità “di una politica di mobilità sostenibile, rispettosa dell’ambiente, della salute pubblica e del diritto di partecipazione dei cittadini”. Una seconda missiva, si legge sempre nell’atto, è poi stata inviata, in questo caso all’assessore regionale Andrea Corsini, a inizio novembre 2020, dalla nuova presidente del Peti, Dolors Montserrat. Nella missiva si informava che “a distanza di tre anni dalla richiesta di precisazioni all’assessore Donini, non era giunta alcuna risposta” e si riferiva che anche i nuovi membri della commissione “hanno condiviso le preoccupazioni dei firmatari della petizione in oggetto in merito alla realizzazione dell’opera contestata e alle sue conseguenze sulla qualità dell’aria e sulla salute pubblica”.
(Cristian Casali)