COMUNICATO
Infrastrutture e trasporti

Infrastrutture. Lega-Rete civica-Fdi-Fi: “Rivedere il progetto di variante alla Statale 16 in territorio riminese”

I consiglieri Montevecchi, Mastacchi, Lisei e Castaldini hanno presentato un’interrogazione per chiedere di modificare il progetto tenendo conto della presenza di aziende agricole e falde acquifere

La variante alla Strada Statale 16 in territorio riminese è oggetto di un’interrogazione a prima firma Matteo Montevecchi (Lega), sottoscritta anche da Marco Lisei (Fratelli d’Italia), Marco Mastacchi (Rete civica) e Valentina Castaldini (Forza Italia).

I consiglieri chiedono alla Giunta “una revisione del progetto tenendo conto delle peculiarità del territorio, quali l’agricoltura con la conseguente salvaguardia di posti di lavoro e prodotti a chilometro zero, l’integrità delle falde acquifere e l’equilibrio ecosistemico dell’area che va da Igea Marina alla frazione di Santa Giustina”.

“Il progetto di variante alla Statale 16 Adriatica -hanno ricordato i consiglieri- si inserisce nel programma di sviluppo e potenziamento della rete infrastrutturale della Provincia di Rimini, previsto dal Piano territoriale di coordinamento provinciale. Il progetto ha un iter più che ventennale e il primo tratto, a nord, impegna quasi 300 milioni di euro. La variante era stata pensata anche in funzione di alcuni importanti progetti di sviluppo quali ad esempio l’area produttiva denominata ‘Triangolone’, ad oggi naufragato, e il progetto ‘Transit point’, centro ecologico di distribuzione merci, anch’esso mai nato”.

E hanno aggiunto: “La zona di Rimini nord comprendente il ‘tratto 1’, che va dalla frazione Igea Marina (Bellaria-Igea Marina) a Santa Giustina (Rimini), è caratterizzata da una forte vocazione agricola, in cui operano molte aziende a carattere famigliare: realizzando la variante si rischierebbe di penalizzare pesantemente il settore. Fra l’altro nel sottosuolo sono presenti importanti falde acquifere che, con i lavori invasivi richiesti dal progetto, rischierebbero di compromettersi. Tutto ciò sarebbe in contrasto con le finalità del Patto per il lavoro e per il clima, firmato a Rimini alcune settimane fa con la presenza del presidente Bonaccini”.

(Lucia Paci)

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