Associazione di promozione sociale o centro di culto? Questa, in estrema sintesi, è la domanda che un cittadino ha rivolto al Difensore civico regionale, Gianluca Gardini, invocando una verifica sul campo nella sede della “Comunità islamica di Parma”, in via Campanini (nella zona commerciale di Parma). Controllo che, come ha indicato lo stesso Gardini nei documenti con cui ha archiviato la pratica, dovrà essere eseguito dal Comune come “soggetto competente a verificare periodicamente” la situazione dell’associazione. E gli accertamenti sono già stati previsti dall’amministrazione comunale che nella risposta al Difensore civico spiega di aver predisposto, per i prossimi mesi, una “consistente attività di verifica con sopralluoghi che saranno svolti in collaborazione con la Polizia municipale” e di aver richiesto il calendario delle attività di promozione sociale e quelle di preghiera.
Il tutto nasce dalla richiesta, arrivata al Difensore civico regionale, di cancellazione dell’associazione dal registro regionale dedicato alla promozione sociale. Questo perché la Comunità islamica di Parma svolgerebbe, secondo il cittadino che ha presentato la documentazione al garante regionale, “prevalentemente attività di culto”. Non solo: sempre secondo l’uomo, in alcune situazioni il “considerevole afflusso di gente” avrebbe “ostacolato seriamente il flusso dei mezzi commerciali diretti alle varie imprese della zona”. Il Difensore Gardini, oltre a identificare il Comune come soggetto preposto alla verifica, chiede di “garantire che la presenza di questa associazione non ostacoli l’attività lavorativa”.
La cancellazione dal registro regionale delle associazioni di promozione sociale comporterebbe per la Comunità islamica di Parma il cambio di sede: infatti, le deroghe alle destinazioni urbanistiche, vengono concesse solo alle figure presenti nell’elenco.
(Andrea Perini)