Ricollocare il personale coinvolto nella chiusura della Manz Italy Srl di Sasso Marconi, nella Città Metropolitana di Bologna. A chiederlo con un’interrogazione alla Regione è Francesco Critelli (Pd).
“Manz Italy è una società dell’omonimo gruppo multinazionale tedesco, produttrice di batterie al litio e condensatori, con sede a Sasso Marconi. Circa un anno dopo che la casa madre è fallita (poi ricomprata da Tesla), con i 110 lavoratori della società bolognese finiti in cassa integrazione è di queste ore la notizia che la società italiana verrà messa in liquidazione, interrompendo un faticoso percorso di acquisizione”, spiega il consigliere.
L’esponente dem evidenzia che la notizia è arrivata proprio nel momento in cui il percorso di acquisizione da parte di un gruppo austriaco, Andritz, intenzionato ad acquistarla assieme ai 26 dipendenti rimasti, era in stato avanzato: “il 3 dicembre scorso, a pochi giorni dai termini previsti per la chiusura dell’operazione, il gruppo ha ritirato la proposta di acquisto, con una mail, dicendo – a quanto riferiscono i sindacati – di preferire investire negli Stati Uniti”.
Critelli specifica che per affrontare l’emergenza della chiusura della Manz Italy Srl, il 15 dicembre si è riunito il Tavolo di Salvaguardia del patrimonio produttivo della Città metropolitana di Bologna, con l’obiettivo di individuare strumenti e percorsi di tutela efficace per tutti i lavoratori coinvolti e per tentare di limitare le conseguenze sociali della crisi occupazionale.
“Le organizzazioni sindacali – continua il consigliere – hanno espresso forte preoccupazione per il futuro degli occupati. Hanno dichiarato che tra le priorità c’è l’attivazione di nuovi contatti con altre realtà produttive attive sul territorio al fine di offrire concrete possibilità di ricollocazione lavorativa agli addetti coinvolti e hanno richiesto che le istituzioni intervengano con urgenza per garantire la massima tutela possibile”. Pertanto, il consigliere chiede all’esecutivo regionale quali azioni intenda intraprendere per offrire concrete possibilità di ricollocazione lavorativa agli addetti coinvolti e assorbire l’impatto sociale della chiusura dell’azienda su lavoratrici e lavoratori.
(Giorgia Tisselli)


