COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Lavoro Bologna. Fi: su infermieri irregolari tavolo con ministero Salute per contrastare fenomeno

La gestione come riders da parte degli studi professionali “è una violazione della legge che stabilisce che solo agenzie possono somministrare lavoro interinale”

Due maxi-operazioni dell’ispettorato del lavoro negli ospedali di Bologna, sia pubblici che privati, avrebbero fatto emergere la presenza di “duecento infermieri a chiamata gestiti da studi professionali con modalità non regolari e 165 badanti provenienti da una cooperativa fittizia”. La notizia è al centro di un’interrogazione di Forza Italia che chiede alla Giunta di far luce “sull’impiego di forme di lavoro irregolari nelle strutture sanitarie pubbliche e private” e sulle forme di contrasto adottate contro il “precariato estremo”.  

Il consigliere chiede all’assessorato competente di “fornire con precisione i dati relativi a quanto emerso dall’ispezione indicando la struttura sanitaria ed il numero di professionisti irregolari”, chiarendo per quale motivo non sia stato fatto nulla prima. Altra richiesta dell’azzurro, sapere se i quadri dirigenziali delle strutture sanitarie coinvolte erano a conoscenza della situazione. 

Per quanto riguarda l’irregolarità sulle modalità gestionali degli infermieri a chiamata, sembrerebbe che “alcuni studi professionali, aventi sede a Bologna”, abbiano “assunto gli infermieri in qualità di liberi professionisti gestendoli come riders”. Il consigliere fa presente che “gli studi professionali non avrebbero le credenziali per operare in tal modo”, e che, “secondo la legge 30 del 2003, solamente le agenzie per il lavoro sono autorizzate alla somministrazione di lavoro interinale e a chiamata”. Per questo l’azzurro chiede alla Giunta se l’irregolarità possa esser considerata una violazione della legge.

Le 165 badanti sarebbero invece gestite da una cooperativa fittizia di Bologna, contattate dalle famiglie per l’assistenza agli anziani nelle strutture ospedaliere oppure nelle proprie case. “L’irregolarità deriva dal fatto che le badanti sarebbero state inquadrate come socie della cooperativa quando in realtà sono dipendenti a tutti gli effetti”, si legge nell’atto. “L’inquadramento fittizio consente infatti un abbassamento dei costi sulle retribuzioni evitando il versamento di contributi, Tfr e tredicesime”, sottolinea il consigliere che chiede se negli ultimi anni la Giunta abbia mai lanciato “iniziative per contrastare la presenza di operatori sanitari inquadrati irregolarmente (infermieri e badanti) all’interno di ospedali pubblici e privati”. 

Il consigliere suggerisce infine di rafforzare “i controlli e il monitoraggio sugli inquadramenti lavorativi di badanti ed infermieri, onde evitare la presenza di forme lavorative irregolari e marcatamente precarie” e di “convocare un tavolo tecnico con il Ministero delle Politiche per la Salute per un’azione comune a livello locale e nazionale onde evitare che il fenomeno si ripeta”. 

(Francesca Mezzadri)

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