Attivarsi per mantenere in servizio, o ricollocare in tempi celeri, tutti i 500 lavoratori della Philip Morris di Crespellano (Valsamoggia) con contratto in scadenza. È quello che chiede alla Giunta la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Silvia Piccinini, che con un’interrogazione invita l’esecutivo regionale a “relazionarsi con i vertici aziendali” per chiarire quale sarà il futuro dei dipendenti precari dell’impresa americana.
Un anno fa infatti la Philip Morris International aveva annunciato un investimento di circa 500 milioni di euro per l’espansione dello stabilimento bolognese, destinato alla produzione delle sigarette “senza fumo”. Eppure sarebbe proprio di questi giorni la notizia della scadenza, a breve, di oltre 500 contratti a termine stipulati dall’azienda o da agenzie interinali per dipendenti provenienti da tutta Italia. “Sono persone- sottolinea la pentastellata- che hanno lasciato la loro città per una prospettiva di lavoro e che avevano maturato la convinzione di una possibile stabilizzazione, a cui adesso non rimane neanche la speranza di un rinnovo temporaneo”. Secondo la consigliera M5s inoltre la cessazione del rapporto lavorativo avrà anche un effetto negativo sull’economia locale e su tutto il territorio che aveva accolto i lavoratori e le loro famiglie offrendo loro immobili e servizi. A oggi – leggiamo nell’atto ispettivo – i contratti interinali o a tempo determinato sarebbero oltre il 50% del totale, mentre alcuni servizi interni all’azienda sarebbero stati addirittura esternalizzati, con una significativa perdita economica da parte dei lavoratori.
Per questo la consigliera pentastellata chiede alla Giunta “se non ritenga opportuno relazionarsi con i vertici aziendali affinché si attuino tutte le soluzioni possibili per mantenere in servizio i lavoratori a termine, i cui contratti sono in scadenza, richiamando l’azienda a una maggiore responsabilità sociale”. Invita inoltre la Regione a impegnarsi, attraverso i centri per l’impiego, per una loro veloce ricollocazione in settori economici affini “vista la formazione e la specializzazione raggiunta da questi lavoratori”. Chiede inoltre se Arpae abbia già effettuato un monitoraggio delle emissioni odorigene e dei fumi di scarico prodotti nello stabilimento e se l’azienda utilizzi pozzi artesiani.
(Giulia Paltrinieri)