La Regione Emilia-Romagna non dovrebbe tollerare che un lavoratore, seppur esterno all’amministrazione, possa percepire una paga che va ben al di sotto della soglia della povertà. Lo scrive Giulia Gibertoni (Movimento 5 Stelle) in un’interrogazione alla Giunta dichiarando che “da notizie di stampa emerge che sul territorio regionale ci sono pubbliche amministrazioni, tra cui sembra esserci anche la Regione, che esternalizzano servizi a cooperative caratterizzate da una remunerazione dei dipendenti in alcuni casi da 2,80 euro l’ora e con giornate lavorative che possono prevedere, a seconda delle esigenze, anche 15 ore lavorative con miseri buoni pasto di 2,68 euro”.
La consigliera fa riferimento a Coopservice, la cooperativa che si sarebbe aggiudicata diverse convenzioni con la Regione Emilia-Romagna per servizi di vigilanza, raccolta di rifiuti speciali derivanti ad attività sanitarie e facchinaggio. Senza mettere in dubbio la qualità del lavoro e la professionalità degli operatori, Gibertoni dichiara che “sembrerebbe che i lavoratori della cooperativa siano chiamati a svolgere mansioni non attinenti ai servizi previsti”.
La consigliera vuole quindi fare chiarezza sui servizi forniti da Coopservice, sugli appalti regionali aggiudicati alla cooperativa dal 2012 ad oggi e chiede se la Regione abbia finanziato la formazione del personale. Gibertoni, infine, domanda come sia possibile che “la Regione, che dovrebbe garantire il controllo delle normali condizioni contrattuali dei lavoratori, preferisca bandire le gare al ribasso e accettare in silenzio che le aziende vincitrici retribuiscano i lavoratori con salari non sufficienti ad assicurare loro e alle loro famiglie un’esistenza libera e dignitosa” così come stabilito dall’articolo della Costituzione.
(Francesca Mezzadri)
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