Valorizzare il titolo di dottore di ricerca attribuendo nei futuri concorsi un punteggio superiore a quello previsto per la laurea di I livello, (magistrale o magistrale a ciclo unico) e a quello per il master di I e II livello. Lo chiede il Movimento 5 stelle in un’interpellanza e in una risoluzione dove sottolinea che “la giunta dovrebbe sostenere l’ingresso di personale altamente specializzato e qualificato” nella Regione Emilia-Romagna e negli enti da essa derivanti o partecipati per “migliorare la qualità della dotazione organica”. “Il riconoscimento del titolo di dottore di ricerca al di fuori dell’ambito accademico è infatti – sottolinea una consigliera del M5s – ancora carente visto che né il settore privato, né la pubblica amministrazione sembrano in grado di dar vita a politiche di valorizzazione adeguate”.
La consigliera riporta nell’atto alcuni dati Almalaurea dell’ultimo rapporto sulla condizione occupazionale dove “si evidenzia che a dodici mesi dal titolo di dottorato, il 25,5% può contare su un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, mentre il tempo determinato riguarda il 22,4% degli occupati. Il 15,2% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, mentre il 10,8% percepisce una borsa post-doc, di studio o di ricerca. Infine, il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) coinvolge il 12,3% dei dottori di ricerca occupati”. Dal rapporto emergerebbe inoltre che “oltre la metà dei dottori di ricerca risulta occupata nel settore pubblico, il 39,6% nel settore privato, mentre il restante 4,1% nel settore non profit. L’84,5% dei dottori svolge inoltre la propria attività nell’ambito dei servizi, in particolare nel ramo dell’Istruzione e ricerca, l’11,4% nell’industria e solo l’1,4% nel settore dell’agricoltura”.
Tuttavia il titolo di dottore di ricerca è quello che risulta “maggiormente penalizzato” anche se “rappresenta il più alto grado di formazione previsto dall’ordinamento italiano ed europeo”. La consigliera cita nell’atto anche la proposta dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca (ADI) su alcune misure che prevedono di valutare il titolo di dottorato analogamente a quanto già disposto per la valutazione dei titoli di accesso, attribuendogli un punteggio non inferiore a quello proporzionale ai 180 Crediti Formativi Universitari (CFU).
(Francesca Mezzadri)