COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Lavoro. Ok da Aula a risoluzione Erc-M5s-Pd-Ev su proroga licenziamenti: “Governo intervenga”

Nell’atto (primo firmatario Igor Taruffi) si chiede anche “di procedere a una riforma più generale di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali”

“Sollecitare il governo nazionale, nelle sedi istituzionali opportune, a prorogare il blocco dei licenziamenti (in scadenza il prossimo 31 marzo)”.

A chiederlo, con una risoluzione rivolta all’esecutivo regionale, sono Igor Taruffi (primo firmatario) e Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa, assieme a Silvia Piccinini dei Cinquestelle, oltre a Stefano Caliandro, Antonio Mumolo, Marilena Pillati, Roberta Mori, Luca Sabattini, Manuela Rontini, Lia Montalti e Nadia Rossi del Partito democratico e Silvia Zamboni di Europa verde.

Nell’atto si richiede anche “di procedere a una riforma più generale di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali”.

La risoluzione è stata approvata dall’Assemblea legislativa.

“Lo scenario che si è determinato con la pandemia da Covid-19 ha avuto il maggiore impatto sulle persone più vulnerabili, inasprendo ulteriormente le disuguaglianze sociali, con gravi ripercussioni sul mondo del lavoro”, ha spiegato Igor Taruffi in aula, ribadendo che “è necessario quanto prima intervenire sulla legislazione in materia, mettere in sicurezza questi lavoratori per evitare che la crisi economica diventi anche sociale”.

“Molte donne hanno perso il lavoro in questi ultimi mesi, la situazione è esplosiva, bisogna intervenire”, ha ribadito Federico Amico. “C’è poi il problema- ha aggiunto- dei lavoratori precari, che non hanno tutele, non dobbiamo dimenticarci di loro”.

“Il blocco dei licenziamenti deve essere prorogato fino alla conclusione dell’emergenza sanitaria, sono 2 milioni i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro nei prossimi giorni”, ha poi evidenziato Antonio Mumolo, che ha presentato (assieme a Taruffi e a Caliandro) un emendamento sul tema (approvato dall’Assemblea).

“È inaccettabile pensare al blocco dei licenziamenti senza ammortizzatori sociali, non possiamo permetterci una nuova stagnazione economica, serve una nuova contrattazione territoriale, possiamo negoziare l’accompagnamento verso la pensione per una parte di questi lavoratori prevedendo contestualmente quote di giovani che entrano nel mondo del lavoro”, ha poi proposto Stefano Caliandro.

“Con la pandemia è stata una strage di posti di lavoro, 450mila in un anno, in particolare per le donne: quella dell’occupazione femminile è un’emergenza nell’emergenza”, ha evidenziato Silvia Zamboni, che ha anche

ribadito “la necessità di rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali”.

Nell’atto, integrato con un emendamento (approvato dall’Assemblea) presentato da Francesca Marchetti del Pd (sottoscritto da Rontini, Taruffi e Caliandro), si chiede anche di “assumere tempestivi provvedimenti per estendere il diritto ai congedi parentali per le famiglie che vivono in territori in cui sono state applicate misure restrittive che comportino la chiusura delle scuole”. Sulla stessa linea Emanuela Rontini, “importante intervenire sui congedi parentali, siamo peraltro in attesa di un’ordinanza regionale per quattro comuni del circondario imolese che finiranno in zona arancione scuro”.

“Aumentano le fragilità in questa fase emergenziale, che dobbiamo sostenere, il tema del lavoro deve essere centrale (fra i giovani i disoccupati arrivano al 29,7 per cento): il blocco dei licenziamenti è necessario, accompagnato da politiche attive del lavoro, ma non può essere illimitato”, ha quindi sottolineato Stefania Bondavalli (lista Bonaccini). Anche per Giulia Pigoni, dello stesso gruppo, “è importante arrivare a una soluzione rapida”.

“Dobbiamo ragionare prima di tutto su che Emilia-Romagna vogliamo, siamo d’accordo sulla proroga dei licenziamenti ma nelle premesse di questa risoluzione si parla della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, in questo modo si mettono in crisi il sistema produttivo, non dobbiamo contrapporre gli imprenditori ai lavoratori”, ha poi chiosato Matteo Rancan (Lega). Sulla stessa linea Matteo Montevecchi, sempre del Carroccio, che ha chiesto, presentando un emendamento (respinto dall’Assemblea), di “togliere dal testo la parte ideologica in cui si chiede di lavorare meno a parità di salario”. Anche per Michele Barcaiuolo (Fdi) “l’emendamento della Lega è condivisibile, dobbiamo ragionare in prospettiva e non fotografare l’esistente, pensare alla ripartenza: si potrebbe, ad esempio, prevedere incentivi premianti per quelle imprese che non ricorrono alla cassa integrazione”.

Al termine del dibattito il sottosegretario alla presidenza regionale Davide Baruffi ha ribadito che “è necessario mettere al centro il tema del lavoro, riorganizzando gli ammortizzatori sociali; la tutela del lavoro in questa fase è prioritaria per la coesione sociale”.

 

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