COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Lavoro. Sì dell’Aula alla legge sui tirocini. Pd: “Più lavoro”; Lega: “Nostri ragazzi penalizzati da stranieri”

La norma entrerà in vigore dal primo luglio. Dureranno sei mesi e sarà prevista una indennità di 450 euro al mese

L’Aula approva il progetto di legge sui tirocini, con il voto a favore del Partito democratico, l’astensione di Sinistra italiana, Movimento Cinque Stelle, Silvia Prodi e Gian Luca Sassi (gruppo Misto). Voto contrario, invece, di Lega nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia e gruppo misto-Mns.

“Questa legge (che entrerà in vigore l’1 luglio, ndr) è uno strumento con cui diverse figure trovano risposta in un momento di transizione verso il lavoro – ha spiegato il relatore di maggioranza Giuseppe Boschini (Pd) -. Ha un forte potere formativo, ed è importante saper conoscere una disciplina. Ogni anno in Emilia-Romagna sono 30 mila le persone che svolgono tirocini. Nel 60 percento dei casi c’è stato un esito occupazionale positivo e, tra questi, il 35 percento ha trovato lavoro nella stessa azienda in cui si è svolto il tirocinio, spesso con contratti a tempo indeterminato”. Ma c’è anche l’esigenza di migliorarli. Da qui la nuova legge: “Il tirocinio non deve sostituire il lavoro: quando formazione e lavoro si sbilanciano nascono i problemi”. I punti cardine della legge si basano sulla durata, che non sarà più di 12 mesi ma di sei, e l’indennità è fissata a 450 euro: “Non è uno stipendio, ma un’indennità”, tiene a precisare il dem. Per le persone disabili e svantaggiate, la norma prevede deroghe oltre i 12 mesi. Previsto, inoltre, il divieto per l’azienda di proseguire il tirocinio con lo stesso tirocinante. Non si potranno attivare tirocini con ex lavoratori dell’azienda, e chi assumerà un tirocinante potrà fare in futuro un tirocinio in più di quelli ammessi. Si ribadisce, con la nuova norma, l’obbligo di assicurazione per i tirocinanti. Obbligo che competerà o al soggetto promotore o al soggetto ospitante.

Il ‘no’ alla legge, in particolare quello di Lega nord e Fratelli d’Italia, è dovuto alla possibilità di svolgere i tirocini anche per richiedenti asilo, per coloro che hanno protezione internazionale e per i rifugiati. “Non possiamo permettere – ha detto il relatore di minoranza Matteo Rancan (Ln) – che i richiedenti asilo facciano tirocini, perché questo va a discapito dei nostri ragazzi. In più, il decreto Sicurezza di Salvini ha eliminato la protezione umanitaria, quindi stiamo dando la possibilità di fare tirocini a persone che non resteranno nel nostro Paese”. D’accordo con lui anche Giancarlo Tagliaferri (Fdi), che ha presentato due emendanti – poi bocciati – sulla questione. Aggiungendo che “il vero problema della sinistra è che non ha mai fatto impresa e non ha mai creato posti di lavoro”. Sulla questione degli stranieri non manca la replica di Boschini: “Nella nostra regione, solo l’8 percento dei tirocinanti è straniero. Significa che sono 1.344 su 15.300. Ma non mi sottraggo a una valutazione politica e allora mi chiedo: se trattiamo male le persone straniere, poi i cittadini italiani si sentono più sicuri? Io credo che se li aiutiamo a trovare un impiego, lavoriamo anche per la sicurezza di tutti”. Bocciato anche l’ordine del giorno con cui il Movimento Cinque Stelle chiedeva di “rafforzare le misure di sostegno dei tirocini per le persone in condizioni di marginalità anche in sinergia con le misure di contrasto”, come il reddito di cittadinanza.

Delusi anche i consiglieri di Sinistra Italiana e Silvia Prodi del gruppo Misto, che hanno deciso di astenersi sul pdl dopo la bocciatura del loro emendamento che mirava “a contrastare disoccupazione e precariato”, ha spiegato la Prodi. “Ci siamo astenuti – ha sottolineato Igor Taruffi (Si) – dopo la bocciatura del nostro emendamento e per aver cancellato il riferimento alla contrattazione nazionale”. Poi la frecciata: “La presenza costante di un rappresentante di Confindustria durante la discussione sembra più un presidio che una normale presenza”.

(Margherita Giacchi)

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