COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Lavoro. Un libro dell’Assemblea sui precari, Saliera: “Ripensare le politiche per i giovani”/ foto

Raddoppiato dal 2004 al 2014 il numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano. Uomini peggio delle donne nel fronteggiare la crisi, “ma la nostra regione veloce ad agganciare la ripresa”.

La crisi che ha colpito l’Italia intera dopo il 2008, la grinta con cui i giovani si sono rialzati in piedi e hanno affrontato le difficoltà di un periodo così nero. E’ questo il tema al centro del libro Giovani, occupazione e lavoro autonomo in Emilia Romagna, pubblicato a cura dell’Assemblea legislativa. A presentarlo, insieme ai ricercatori Paolo Zurla e Rossella Rettaroli, anche la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera e il direttore generale Leonardo Draghetti.

Un progetto da cui emerge come i giovani che non studiano e non lavorano, in Emilia Romagna, siano il 16,7% della popolazione tra i 15 e 34 anni (raddoppiati dal 2004 al 2014), e sono per lo più giovani attorno ai 30 anni in cerca di occupazione, con titoli di studio medio-alti (anche universitari) e nuclei familiari propri.

“Come Assemblea legislativa -ha detto Saliera- abbiamo voluto realizzare questa ricerca per aprire un varco specifico sui giovani precari. Dal 2008 ad oggi il mondo è cambiato, la fascia dei giovani è tra le più sofferenti nel trovare un’occupazione gratificante. Con questo lavoro abbiamo verificato e sondato le diverse peculiarità e ora l’Assemblea lo mette a disposizione della Regione intera e degli enti locali, perché forse bisogna anche ripensare alcune politiche. La nostra regione -ha aggiunto la presidente- ha una storia, ma se in passato riguardava meccanici e garage, ora riguarda tanti settori. Questo lavoro può aiutare anche la stessa Assemblea ad avere spunti e migliorare il rapporto con i giovani”.

Sul lavoro autonomo si concentra Zurla, che ha spiegato come esista “una diversificazione all’interno del lavoro autonomo, che oggi non è solo un ripiego. E anche il lavoro all’estero non è più guardato con l’ottica dell’emigrazione, ma come mobilità”. Rettaroli ha sottolineato come “l’Emilia Romagna abbia una particolarità: la velocità di peggioramento. Ma si riaggancia anche in fretta ai segnali di ripresa. Inoltre, è diminuito il numero dei collaboratori, ma è aumentato quello dei professionisti, dunque si è alzato il livello medio di istruzione”.

Dallo studio, inoltre, emerge come gli uomini siano più vulnerabili alla crisi rispetto alle donne, soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni e sono proprio gli uomini ad occupare i primi posti nelle classifiche delle persone che non studiano e non lavorano. Per quanto riguarda le donne, le fasce più elevate di Neet (not engaged education, employment or training) sono tra i 25 e i 34 anni.

(Margherita Giacchi)

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