I beni definitivamente confiscati alla mafia in Emilia-Romagna sono 119: 77 in gestione all’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), 26 già destinati e 16 in fase di effettivo riutilizzo. Per quanto riguarda la Città Metropolitana di Bologna, i beni confiscati in via definitiva e destinati sono 13, quelli invece confiscati ma ancora in gestione all’Anbsc sono 15, tra appartamenti, terreni edificabili e immobili a uso industriale e commerciale. Sono questi i dati diffusi dall’assessore alle Politiche per la Legalità Massimo Mezzetti, sollecitato dal question time dei consiglieri di Sinistra Italiana Igor Taruffi e Yuri Torri.
Il maxi processo Aemilia contro la criminalità organizzata al Nord è stata l’occasione per portare in Aula la questione: i due consiglieri hanno infatti chiesto alla giunta “quanti siano i beni confiscati alla mafia in via definitiva sul territorio regionale e in particolare quanti siano quelli confiscati nell’area della Città Metropolitana di
Bologna e che destinazione si intenda dare loro”. “La mappatura – ha sottolineato l’assessore – non è solo uno strumento per la promozione e diffusione della cultura della legalità, ma anche un vero e proprio sistema di progettazione e pianificazione del territorio e occasione di buon governo”.
Ma c’è un punto sollevato da Taruffi: “Mi ha stupito il silenzio di Salvini sul più grande processo fatto alla mafia al Nord, e l’unico momento in cui ho sentito pronunciare il suo nome è stato all’ufficio postale, dove chi ha sequestrato delle persone ha chiesto di parlare col ministro”. La replica arriva dal consigliere della Lega nord Fabio Rainieri: “La Lega è intervenuta in Aula, abbiamo chiesto commissioni di inchiesta sulla mafia e il suo gruppo ha votato contro alla proposta”.
(Margherita Giacchi)


