COMUNICATO
Governo locale e legalità

Mafie. Galli (FI) contro sindaco Brescello: Non fermi iniziativa antimafia, no agli ultimatum/ foto

Il consigliere azzurro presenta un’interrogazione, dopo la lettera della sindaca Benassi che chiede chiarimenti sulla serata organizzata dalle Agende Rosse, riservandosi di revocare la concessione della sala.

“Un ultimatum da stigmatizzare”. Andrea Galli di Forza Italia, torna con un’interrogazione in Regione sulla scelta della sindaca di Brescello Elena Benassi di inviare una raccomandata agli organizzatori dell’iniziativa “Donne contro la mafia” chiedendo chiarimenti sui contenuti dell’evento entro 48 ore e annunciando la possibilità, in caso di mancata risposta, di revocarne l’autorizzazione. Il consigliere azzurro vuole “fare luce sui motivi di questo diniego per rassicurare i cittadini di Brescello, primo Comune emiliano sciolto per mafia”, e “sulla necessità di non abbassare la guardia rispetto al tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata”. Al centro del contendere infatti c’è una serata, organizzata dal gruppo Agende Rosse e programmata per l’8 marzo, le cui ospiti sono tre donne, “tutte testimoni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata”: l’ex consigliera comunale leghista e attivista di Agende Rosse Catia Silva, la modenese Cinzia Franchini (prima presidente nazionale di una associazione di autotrasporto costituitasi parte civile a un processo per mafia e in precedenza vittima di minacce mafiose) e l’ex sindaco di Mantova Fiorenza Brioni (minacciata con 17 proiettili durante il suo mandato per essersi opposta alla lottizzazione di Lago Castello, lottizzazione che prevedeva la costruzione di 200 villette e un hotel da parte del costruttore calabrese Antonio Muto). A far discutere però è soprattutto la presenza anche di Donato Ungaro, ricostruisce Galli, “ex vigile urbano di Brescello, tra i primi a segnalare i fatti che portarono al commissariamento, licenziato successivamente senza giusto motivo dall’allora sindaco Ermes Coffrini, licenziamento che ha portato al suo risarcimento di 149mila euro”.

Proprio per questo, venerdì 1 marzo, viene recapitata a Catia Silva una raccomandata firmata dalla sindaca Benassi, riporta Galli citando la lettera dove si afferma che “avuta notizia da internet del contenuto della serata che configura una iniziativa non coerente con quella genericamente richiesta; rilevata la incoerenza tra l’informazione fornita a mezzo internet e la dichiarazione contenuta nel modulo di richiesta della sala Zatti che configurava una attività inquadrabile nell’ambito della giornata dedicata alla donna si chiede di chiarire le modalità esatte di svolgimento della iniziativa programmata e gli argomenti che verranno trattati; in assenza di chiarimenti entro 48 ore dalla notifica della presente, l’Amministrazione comunale si riserva di riconsiderare la richiesta di concessione della sala e assumere le decisioni conseguenti”.

Alla luce di questi fatti, Galli chiede alla giunta come valuti la lettera del sindaco Benassi nei contenuti e nei toni e “se non crede sia necessario stigmatizzare un ultimatum di questo tipo a fronte di una iniziativa antimafia dall’indubbio valore”. Si concentra poi su un ulteriore episodio, domandando inoltre se si fosse a conoscenza che già a novembre 2018 il Comune di Brescello negò a Libera la possibilità di organizzare un evento simile con lo stesso Ungaro. Chiede quindi “se non ritenga necessario fare piena luce sui motivi di questo diniego per rassicurare i cittadini di Brescello, primo Comune emiliano sciolto per mafia, e a tutti i cittadini emiliani, sulla necessità di non abbassare la guardia e di procedere sul percorso di un netto biasimo della attuale amministrazione di Brescello rispetto al tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata”.

(Giulia Paltrinieri)

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