Mettere a punto un piano di emergenza per affrontare le frane nell’Appennino reggiano e studiare un programma di manutenzione idrogeologica di tutto il territorio montano regionale. Lo chiede in un’interrogazione il consigliere di Sinistra Italiana Yuri Torri, dopo che venerdì scorso l’ennesima frana causata dal maltempo ha colpito il comune reggiano di Ventasso.
Per le abbondanti piogge un nuovo smottamento si è verificato infatti lungo la SP91 in direzione Collagna ma per i lavori di messa in sicurezza della strada ci potrebbero volere ancora diversi mesi: “Al momento la carreggiata non ha subito danni- sottolinea Torri- ma, considerando il meteo dei prossimi giorni, c’è un rischio molto elevato che la frana prosegua rendendo inutilizzabile anche la strada comunale per Cinquecerri e isolando così la frazione”.
La frazione di Vaglie, nella municipalità di Ligonchio, aveva subito un duro colpo già con la frana dello scorso dicembre ma la Provincia aveva dato priorità ad altri interventi, dal momento che la località non era isolata e la strada ancora perfettamente funzionante. Tuttavia in questi mesi i disagi per gli abitanti non sarebbero stati indifferenti, fra attività pressoché chiuse e bambini costretti ad alzarsi più di un’ora prima per andare a scuola. Ora però, con il nuovo evento del 16 marzo, la situazione si sarebbe ulteriormente aggravata. A gennaio il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi aveva annunciato che il costo stimato per il ripristino del transito era di circa 700mila euro, già rendicontati dalla Protezione Civile e in attesa di un bando per assegnare la progettazione. “Si tratterebbe di aspettare diversi mesi prima dell’inizio dei lavori” ha spiegato il consigliere Si, che sottolinea anche come il Comune di Ventasso “sia stato senza dubbio uno dei territori più martoriati, arrivando a contare oltre 40 frane”.
Per questo Torri chiede alla Giunta se “sia a conoscenza della situazione e se abbia discusso con la Provincia un piano di emergenza nell’eventualità che lo smottamento proceda” e se non ritenga opportuno, una volta passata l’emergenza, “studiare un piano straordinario di manutenzione idrogeologica di tutto l’Appennino emiliano-romagnolo”.
(Giulia Paltrinieri)