Attrezzi, strumenti di lavoro, fotografie e filmati che raccontano la storia delle Officine grandi riparazioni di Bologna (Ogr) e dei suoi lavoratori. Il “Presidio di memoria” all’interno dell’Assemblea legislativa, che raccoglie oggetti e immagini simbolo delle Ogr bolognesi, è stato inaugurato stamattina nei locali di viale Aldo Moro dalla presidente del parlamento regionale, dall’assessore regionale ai trasporti, dalla Fondazione Fs, da Cgil e Afeva (l’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto). Lo spazio espositivo, allestito da Ferrovie italiane e voluto dall’Assemblea, da oggi è aperto al pubblico e sarà visitabile da cittadini e studenti delle scuole.
“Questa è una giornata di emozioni, di sofferenza per le morti da amianto che continuano a susseguirsi, ma anche di soddisfazione perché attraverso le lotte dei lavoratori e la ricerca scientifica si sono ottenuti risultati importanti”, ha sottolineato la presidente dell’Assemblea al taglio del nastro, ringraziando per il suo impegno l’ex operaio Ogr Salvatore Fais, che ha lavorato intensamente per la realizzazione di questa mostra. “Oggi le Officine sono chiuse, l’amianto non si usa più- ha rimarcato la presidente- ma le conseguenze di quell’immane tragedia non sono terminate. Questo presidio è una ‘convergenza intelligente’ fra le istituzioni, i sindacati e il gruppo ferrovie”.
All’inaugurazione era presente anche l’assessore regionale ai trasporti, che ha sottolineato l’importanza di aprire questo piccolo museo Ogr alle persone: “Lo visiterà tanta gente, si chiederà il perché di questa tragedia e capirà il sacrificio dei lavoratori. Ho visitato in prima persona quei luoghi e respirato la storia di quelle officine, ho visto spirito di squadra e la consapevolezza di lavorare per il progresso dell’Italia e del sistema ferroviario.” Alle parole dell’assessore hanno fatto eco quelle di Claudio Calvelli di Fondazione Fs: “La storia delle ferrovie accompagna la storia d’Italia e di tutti noi, dei colleghi che noi vogliamo ricordare attraverso filmati, oggetti e strumenti che raccontano il loro lavoro”.
Per Luigi Giove, segretario della Cgil Emilia-Romagna, un “presidio di memoria” si rende indispensabile in questi tempi: “Fare memoria è fondamentale, significa fare cultura, cultura del lavoro. Quando parliamo della storia di una fabbrica, poi, parliamo della storia del nostro paese”. Una storia – ha ricordato però il sindacalista – di mancato rispetto della salute dei lavoratori, che è necessario ricordare e raccontare. “Questo presidio- ha concluso- non deve essere solo un sacrario, ma un punto di riferimento e un luogo di riflessione per interrogarci anche sul presente, sulla necessità di conciliare lavoro, salute, ambiente e giustizia sociale oggi”.
Su questo insiste anche Andrea Caselli di Afeva, che apre il suo intervento con la notizia drammatica di una nuova diagnosi di mesotelioma per un ex operaio Ogr, accertata solo la settimana scorsa: “Questo presidio nasce intorno a una ferita ancora aperta, non è una visione falsata e idealizzata del lavoro e del mito del progresso. Vogliamo condividere la storia comune di oltre 300 morti, di tutti quei lavoratori e lavoratrici che oggi non possono essere con noi. Oggi la lotta continua per la bonifica dall’amianto e per la conservazione della memoria. Chiediamo di salvaguardare e bonificare lo stabilimento di via Casarini per trasformarlo in un luogo di cultura, di storia e di memoria. Intanto i giovani potranno visitare questo spazio espositivo in Assemblea e noi siamo disponibili ad accompagnarli per trasmettere loro le nostre testimonianze”.
(Giulia Paltrinieri)