Attivarsi con il governo “per evitare il trasferimento di persone con vissuti già sufficientemente difficili e con percorsi di integrazione in atto”. Lo chiede Antonio Mumolo (Partito democratico) in un’interrogazione alla Regione dopo la comunicazione di chiusura della struttura e conseguente trasferimento dei 169 richiedenti protezione internazionale, arrivata il 7 giugno scorso al consorzio Arcolaio che gestisce il centro di via Mattei a Bologna. La motivazione addotta è quella di “urgenti lavori di manutenzione” anche se “prima di quella data nessun accenno alla manutenzione era mai stato fatto”.
Il consigliere fa notare che “erano già stati avviati percorsi di integrazione efficaci” (dalla formazione professionale a quella artistica) con una “buona collaborazione tra soggetti pubblici e privati e il coinvolgimento delle associazioni del territorio”. La proposta del consorzio per evitare che questi percorsi venissero interrotti improvvisamente era quella “di non cessare i servizi di accoglienza prevedendo la sistemazione degli ospiti dell’hub in altri locali del centro senza ostacolare i lavori di ristrutturazione”.
L’obiettivo, spiega Mumolo, era anche quello di garantire “continuità terapeutico-assistenziale ai 18 casi di vulnerabilità sanitaria e sociale individuati (considerata auspicabile dalle stesse linee guida del Ministero della Salute per assistenza e riabilitazione di vittime di tortura e di violenza)” e “la continuità per il posto di lavoro delle 52 persone coinvolte direttamente o indirettamente nella gestione della struttura”.
Tuttavia la proposta del consorzio non è stata accolta e, dal 15 giugno, “35 lavoratori delle diverse cooperative coinvolte nella gestione rimarranno improvvisamente senza lavoro con un preavviso di soli 7 giorni”.
Il dem chiede quindi alla Regione di “negoziare con il governo altre soluzioni per l’hub che consentano di preservare i posti di lavoro del settore dell’accoglienza”.
“L’hub di via Mattei e il sistema emiliano-romagnolo, basato sull’accoglienza diffusa e su reali processi di integrazione”, scrive Mumolo, “ha mostrato di funzionare e dare ottimi risultati. Bisognerebbe portare questo modello alla conferenza Stato-Regioni per ribadire la necessità di politiche di integrazione efficaci”.
(Francesca Mezzadri)