“Sollecitare l’amministrazione di Predappio, nel forlivese, affinché ‘eserciti le opportune funzioni di controllo, nonché di repressione di eventuali irregolarità’ e verifichi la natura del centro islamico di via IV Novembre, le iniziative che si svolgono al proprio interno, se culturali, religiose o altro ancora, e il rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza urbana, edilizia, ordine pubblico e urbanistica”. A chiedere l’intervento del governo regionale, al fine di verificare che l’edificio di via IV Novembre non venga utilizzato in modo improprio, è Massimiliano Pompignoli della Lega nord.
Il consigliere rileva che “la comunità islamica del comune di Predappio, come riportato sulla stampa, avrebbe inaugurato una moschea abusiva in via IV Novembre, sulle ceneri di un’ex officina meccanica, di proprietà privata”. Spiega anche che il sindaco, Giorgio Frassineti, interpellato dai quotidiani il Giornale e Libero, avrebbe dichiarato che “a Predappio non c’è” alcuna moschea. Le dichiarazioni del sindaco, prosegue il leghista, “risultano ancor più ‘stridenti’ e ‘imbarazzanti’ alla luce non solo delle segnalazioni dei residenti che, nei fatti, lo smentiscono, ma anche e soprattutto del monitoraggio dei 176 luoghi di culto islamici, corredato da una mappa interattiva pubblicata nel sito Cronaca bianca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna (http://cronacabianca.eu/la-prima-mappatura-dei-centri-islamici-in-regione presentata-in-assemblea-176-luoghi-di-culto-foto-video/), che indica chiaramente l’associazione Salam-la pace di Predappio”.
Sia che un immobile, rimarca quindi Pompignoli, “venga adibito a centro culturale sia che venga utilizzato come luogo di culto, dovrebbero essere previsti adempimenti normativi sanitari e di sicurezza”. Nella realtà, conclude, “nel territorio regionale varie associazioni islamiche hanno abusato del permissivismo e del lassismo delle amministrazioni comunali di sinistra che hanno chiuso gli occhi di fronte al proliferare di cosiddetti centri culturali islamici che nascondono il più delle volte vere e proprie moschee abusive”.
(Cristian Casali)