COMUNICATO
Sanità e welfare

Minori. Inchiesta Val D’Enza, La Garante Garavini: “Accertare quanto accaduto in modo rigoroso”

L’intervento dell’autorità regionale che sottolinea: “Se venissero accertati i ‘fatti’ le prime vittime sarebbero i bambini, poi le famiglie ma anche tutti quei professionisti che svolgono con impegno la loro funzione”

“I ‘fatti’ che da ieri sono riportati sulla stampa rappresentano uno stravolgimento delle finalità e del modo diffuso di operare dei servizi”. Sono le parole di Clede Maria Garavini, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, dopo la notizia dell’arresto del sindaco di Bibbiano insieme ad altre 18 persone tra cui medici, assistenti sociali, liberi professionisti del Comune di Reggio Emilia e della rete dei servizi sociali della Val D’Enza, indagati per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro con false relazioni dei servizi per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti.

“Occorre accertare quanto accaduto in modo rigoroso e puntuale- prosegue Garavini- sotto tutti gli aspetti: da quello economico, dell’amministrazione del denaro pubblico, a quello delle metodologie operative complessive, a quello delle prassi seguite dai singoli professionisti. “Se i ‘fatti’ venissero verificati, le prime vittime sarebbero i bambini, lesi nei loro diritti fondamentali e, nello specifico, ad avere una crescita sana all’interno del loro ambiente di appartenenza. Sarebbero vittime le famiglie lacerate nelle relazioni, nella identità, violate nelle specifiche funzioni. Sarebbero parte offesa anche i numerosi servizi e professionisti che svolgono con impegno e rigore le loro funzioni di protezione, di cura dei bambini e degli adolescenti. E anche noi rappresentanti dei diritti, la Regione e la comunità tutta. È dirimente -sottolinea la Garante- l’accertamento dei ‘fatti’, delle responsabilità e ciò va realizzato rapidamente perché non devono diffondersi dubbi, ombre sull’operato di tutti i servizi il cui funzionamento complessivo è di qualità, solido, sostenuto da percorsi formativi e da un’aggiornamento costanti. I professionisti, nel loro operato, seguono metodologie e tecniche studiate, sperimentate, e hanno un confronto interdisciplinare costante. Esiste nel nostro territorio -conclude- una cultura organizzativa e professionale consolidata e i ‘fatti’, così come sono rappresentati, sono lontani dalle modalità gestionali e operative comunemente praticate, per questo sono stupita e disorientata da quanto si legge e si ascolta. Seguiremo l’evolversi della situazione e collaboreremo nel rispetto delle competenze di tutti i soggetti coinvolti”.

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