Già nel 2015 in commissione Parità l’allora Garante per l’infanzia e l’adolescenza Luigi Fadiga mise in evidenza numeri che dimostravano come la situazione delle vittime di violenza in Val d’Enza fosse “fortemente critica”. Eppure la Regione non si attivò per risolvere le criticità emerse e neppure il successore alla carica di Garante regionale approfondì la questione. Lo denuncia un’interrogazione in Regione di Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle, che torna sull’inchiesta “Angeli e demoni” sul sistema degli affidi di minori nei servizi sociali del reggiano. “Tutto ciò evidenzia come tutte le prese di distanza odierne contrastino con quanto fatto fino ad oggi dai rappresentanti istituzionali della Regione- sottolinea la consigliera M5s- che avevano preso a modello il sistema dell’Unione Val d’Enza per le politiche sociali per i minori”.
Nel 2015, si legge nell’interrogazione, il Garante delineò in Commissione una situazione problematica sul distretto, con 13 minorenni vittime di violenza. Presenti a quella seduta, come soggetti invitati, c’erano proprio il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, la responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli, tutti e tre oggi agli arresti domiciliari. “In pratica questi illustri rappresentanti del settore sociale del territorio invitati per affrontare il tema della violenza sui minori, sarebbero coloro che secondo le indagini avrebbero commesso attività illecita a danno dei minori”, sottolinea la pentastellata. “Dalle affermazioni di Fadiga- continua Piccinini- emergeva la necessità di rafforzare la rete, a partire dalla interazione tra servizi sociali e aziende sanitarie, e la verifica della collocazione dei Centri dei servizi, quasi come se si volesse mettere in evidenza il fatto che nella rete interagissero soggetti esterni di cui si poteva fare a meno con un rafforzamento dell’organico delle strutture pubbliche dedicati ai servizi sociali”. L’esponente del Movimento critica poi la stessa presidente della commissione Parità, Roberta Mori, che a seguito della seduta promise impegno da parte della Regione sul tema e un’audizione specifica: “Dal comunicato sembra che vi fosse da parte della Regione una presa di coscienza di quanto avveniva sui casi di abusi segnalati su minori in Val D’Enza, e allo stesso tempo una totale incomprensione del fenomeno, visto che sono state audite non le parti lese, ma coloro i quali oggi si scopre pare abbiano messo in atto gli illeciti”.
Oggi la consigliera M5s interroga la giunta per sapere come giudichi “la mancata attivazione a seguito della segnalazione da parte del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza per risolvere le criticità che emergevano” e “per quale motivo il successore alla carica di Garante regionale non abbia approfondito la questione”.
(Giulia Paltrinieri)