COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Minori Modena. Vicenda “Veleno”, Fabbri-Bargi (Ln): Regione faccia luce su impiego soldi pubblici

Iniziativa dei due consiglieri dopo che il Consiglio dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord avrebbe deciso di convocare nella commissione competente l’ex responsabile Servizi sociali del Comune di Mirandola e la psicologa Valeria Donati

La notizia secondo la quale il Consiglio dell’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord avrebbe deciso di convocare presso la competente commissione l’ex responsabile dei Servizi sociali del Comune di Mirandola e la psicologa Valeria Donati per avere chiarimenti sull’inchiesta denominata “Veleno” (la vicenda, verificatasi vent’anni fa, di 16 bambini della Bassa modenese tolti ai genitori accusati di abusi sessuali e satanismo, ndr) è oggetto di un’interrogazione presentata in Regione da Alan Fabbri, primo firmatario, e Stefano Bargi (Ln), già intervenuti sulla vicenda nel gennaio scorso.

L’iniziativa del Consiglio dell’Unione dei Comuni – riportano i due consiglieri – prenderebbe le mosse dalle recenti rivelazioni di due donne, allora bambine, che avrebbero affermato di essere state costrette dalle psicologhe a dichiarare il falso. Inoltre, – scrivono i leghisti – stando alla denuncia di un consigliere provinciale modenese apparsa pochi giorni fa sulla stampa, dalla documentazione raccolta risulterebbe che l’Unione Comuni Area Nord si sarebbe fatta interamente carico delle spese per l’affido e le terapie psicologiche di tutti i bambini: 3 milioni 520mila e 900 euro, che, se si aggiungono i 220mila euro per le spese legali dei minori, arrivano a circa 3 milioni e 800mila euro di fondi pubblici.

Nell’atto ispettivo, i due esponenti del Carroccio ricordano anche che, al deflagrare della vicenda, la psicologa Valeria Donati, che inizialmente aveva seguito la maggior parte dei bambini per conto dell’ASL di Modena, era diventata responsabile di una struttura privata creata a Reggio Emilia, il CAB (Centro Aiuto al Bambino – Cenacolo Francescano), nella quale erano andate a lavorare anche altre sue colleghe. Nel 2002, poi, l’ASL di Modena, non ritenendosi abbastanza competente per curare i traumi dei bambini coinvolti, aveva deciso di appaltare la loro terapia ad una struttura più qualificata, affidandoli proprio al CAB, considerato allora – si legge nell’interrogazione – “più attrezzato e specializzato sui temi dell’abuso”.

Dalla ricostruzione della vicenda effettuata negli ultimi anni – evidenziano Fabbri e Bargi – sembra che siano state proprio le operatrici del CAB a individuare i bambini bisognosi di assistenza, ad ascoltarli presso l’ASL modenese e a segnalarli al Tribunale dei Minori, ricevendo per i servizi resi, tra il 2002 e il 2013, una somma di circa 2 milioni e 200mila euro.

Nel ritenere che la decisione dell’Unione dei Comuni Area Nord di Modena debba essere affiancata da una parallela iniziativa della Regione, i due consiglieri della Lega chiedono alla Giunta “se intenda verificare l’utilizzo delle risorse pubbliche spese per l’affidamento al CAB dei bambini della Bassa modenese coinvolti nell’inchiesta denominata “Veleno”; se esista una convenzione tra AUSL di Modena, Regione Emilia-Romagna e Centro di Aiuto al Bambino (CAB) – Cenacolo Francescano; in caso affermativo, da quanto tempo sia in essere, se si intenda illustrarne il contenuto nella commissione assembleare competente, quanti bambini siano stati affidati a tale Centro nel corso degli anni e quanti siano quelli attualmente in carico; infine, quanti soldi pubblici siano stati spesi per lo svolgimento dei servizi svolti dal CAB”.

(Luca Govoni)

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