La prima legge regionale sulla mobilità ciclistica in Emilia-Romagna è stata discussa oggi in udienza conoscitiva della Commissione territorio e ambiente, presieduta da Manuela Rontini (Pd). Obiettivo della proposta, presentata dall’assessore Raffaele Donini, quello di raddoppiare il tasso di mobilità ciclabile al 20% grazie a 25 milioni di euro di fondi “già finanziati” che dovrebbero garantire nuovi interventi strutturali, ciclovie regionali, raccordi di piste ciclabili spezzate, manutenzione dei tratti e velostazioni. Non solo, nel testo di legge, una parte importante è dedicata alla sicurezza, sia del mezzo che del ciclista. Andrea Liverani (Ln), relatore di minoranza, fa il punto soprattutto su questo tema: “Dovremo costruire delle piste ciclabili che siano percorribili e non pericolose come spesso è accaduto in passato”.
“Si tratta” riassume Mirco Bagnari (Pd), relatore di maggioranza, “di un nuovo sistema di vita regionale. La promozione della mobilità ciclistica è strettamente collegata alla nostra vita in termini di risparmio energetico, salute, salvaguardia dei paesaggio, promozione di un turismo alternativo”. Plauso in sala dalle associazioni audite (“la prima volta che succede in udienza conoscitiva”, ammette Rontini) e soddisfazione generale del pubblico per l’approccio al tema. Molto apprezzato il fatto che vengano finanziati solo quegli enti che possano garantire non solo la costruzione di nuove ciclovie, ma anche la loro manutenzione.
Per Patrizio Patrizi (Fiab e Consulta della Bicicletta di Bologna) “in questo senso la legge rappresenta un passo avanti”. D’accordo anche Davide Ceccaroni (consigliere viabilità provincia Forlì-Cesena) che suggerisce inoltre maggiore pianificazione tra i territori proprio “per evitare di costruire piste spezzate” che spesso segnavano la delimitazione tra i Comuni.
E’ intervenuto anche il presidente dell’associazione Amici del fiume Senio, Domenico Sportelli, che ha appoggiato l’iniziativa di recupero degli argini dei fiumi per realizzare nuovi tratte ciclabili. L’idea dell’associazione sarebbe proprio quella di un percorso ciclo-naturalistico che porti dal fiume al mare.
Non sono mancate però alcune critiche a partire dai progetti realizzati in passato. Giuseppe Poli (responsabile trasporti di Federconsumatori Emilia-Romagna) ricorda che “non basta una striscia per terra per indicare una pista, ci vogliono nuove piste e soprattutto garanzie per tutti gli utenti della strada. Pensiamo ai pedoni anziani e stabiliamo delle regole anche per i ciclisti che viaggiano a 25 chilometri orari”. Poli sottolinea anche l’urgenza di integrare maggiormente il trasporto pubblico con le nuove ciclovie.
“Mancano due elementi in questa legge”, secondo Giorgio Giatti, presidente di Five srl, fabbrica italiana di veicoli elettrici, “il primo è quello della mobilità urbana non abbastanza valorizzata a scapito del cicloturismo. Il secondo è la tecnologia: sembra esistere solo la ciclovia tradizionale”. Giatti invita a considerare l’esempio della Germania che, nonostante sia un paese votato allo sport, produce 450mila pezzi elettronici all’anno ed è anche uno dei paesi più ciclistici d’Europa.
E se per Nelio Senni, vicepresidente di Amici della bici di Ravenna, la legge tocca temi importanti ma in sostanza non dice cosa fare (“ad esempio per quanto riguarda la segnaletica”), Thomas Randi (presidente cicloguide Lugo della Uisp) sostiene che “25 milioni di euro in 3 anni sono pochi” e bisognerebbe “osservare meglio le realtà presenti sul territorio e metterle in rete: non c’è nulla di nuovo da inventare”.
Sull’importanza di fare rete, interviene anche Marco Monesi, consigliere delegato della città metropolitana di Bologna, che, pur apprezzando il progetto sottolinea la necessità di integrare il lavoro della città metropolitana con Comuni e Unioni di Comuni sia per la progettazione che per la manutenzione. “Si tratta di un progetto innovativo”, ammette Roberto Ori, funzionario della provincia di Modena, “ma credo che la legge non tenga abbastanza conto del grande lavoro delle province che è stato fatto in questi anni e che ancora potrebbe fare in termini di coordinamento”.
E infine c’è chi desidera che la legge vada in porto al più presto. “Nel 2000 il Comune di Baricella ci aveva promesso una pista ciclabile di 1,5 chilometri che collegasse Mondonuovo a San Gabriele” spiega Gino Gardini del comitato cittadini Mondonuovo. “Stiamo ancora aspettando nonostante le petizioni che abbiamo fatto in questi anni. A noi serve per andare a fare la spesa”.
La legge verrà discussa in aula entro il mese di giugno.
(Francesca Mezzadri)


