COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Modena. Seminario “Quale futuro per gli orfani di femminicidio?”: intervento del Garante regionale dei minori/foto

“Fra i miei primi e futuri impegni vi è la attuazione dell’articolo 21 della legge regionale di parità dedicato agli ‘Interventi per minori testimoni di violenza di genere’”

“Il sistema di attaccamento, che ha la funzione di mantenere la vicinanza tra i piccoli e la persona che fornisce sicurezza e protezione, viene sconvolto. I bambini perdono le coordinate, non hanno più nulla di stabile, le loro certezze di fondo si infrangono. Il senso di sicurezza, di fiducia, l’autostima e il senso di sé appaiono fortemente scossi”. La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Maria Garavini, è intervenuta in mattinata al seminario “Quale futuro per gli orfani di femminicidio?”, evento organizzato dall’associazione Gruppo donne e giustizia di Modena, analizzando le problematiche cui sono soggetti i bambini dopo un evento di tale gravità. L’incontro si è tenuto negli spazi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena.

I bambini, ha evidenziato Garavini, “sono travolti da un diffuso senso di colpa perché frequentemente si ritengono la causa dell’aggressione, della morte o perché non sono stati abbastanza forti, tanto da non avere bloccato l’atto estremo. Temono per loro stessi e per le persone vicine, temono che quel che è successo possa ripetersi e perciò sono frequentemente in stato di allerta. Si sentono inoltre esposti all’imprevedibilità degli adulti, si sentono soli, tristi. Diventano impazienti, irritabili e hanno difficoltà a parlare con gli adulti di quello che provano e, in particolare, della loro struggente nostalgia della mamma scomparsa che continuano a cercare nei ricordi. I più piccoli possono arrivare anche a negare il carattere definitivo della scomparsa”.

Effetti psichici e fisici di intensità e durata variabile, anche molto prolungata, possono interessare ambiti diversi e comprendere sintomi di tipo somatico, cognitivo, emotivo e relazionale.

“Eppure i bambini- ha spiegato la Garante- quando succedono questi fatti tragici, nonostante le condizioni appena tratteggiate, non sono oggetto di attenzione né da parte degli adulti vicini, né delle istituzioni deputate alla protezione e alla tutela: i loro bisogni passano in secondo piano”.

“È urgente- ha poi sottolineato- definire un percorso terapeutico, sociale e giuridico per le vittime svolto da professionisti competenti (con formazione rispetto ai traumi) al fine di contenere gli esiti del trauma. Dovrebbe innanzitutto essere improntato a un ascolto competente, paziente e rispettoso, a un avvicinarsi con la dovuta delicatezza all’esperienza interna, ai vissuti dei bambini e degli adolescenti, alla loro verità conservata gelosamente e spesso sopraffatta se non attaccata dal potere suggestivo degli adulti che, magari nell’intento di proteggere i bambini, forzano racconti, ne costruiscono altri, di fatto creando aloni, atmosfere nei quali i piccoli rimangono intrappolati”. Occorre ricercare, ha sottolineato Garavini, “un contesto di protezione dalla violenza e un contesto nel quale il bambino possa rifugiarsi e con il quale abbia, possibilmente, dei preesistenti legami”.

Fra i miei primi e futuri impegni, ha quindi concluso la Garante regionale, “vi è la piena attuazione dell’articolo 21 della recente legge regionale di parità dedicato agli ‘Interventi per minori testimoni di violenza di genere’: l’articolo prevede la realizzazione di linee d’intervento per il superamento del trauma subito e per il recupero del benessere psico-fisico e delle capacità relazionali. In questo ambito d’intervento sarà mia cura orientare e sostenere metodologie di lavoro dei territori indirizzate a realizzare attività quali percorsi di cura e di sostegno dei minori nei tempi lunghi, sostegno alle famiglie che accolgono il minore e alle persone che lo accompagnano nella sua quotidianità”.

(Cristian Casali)

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